Genova. E’ durato circa 2 ore e mezza l’incontro tra i sindacati confederali della Liguria, il presidente Giovanni Toti e gli assessori competenti sulla riprogrammazione dei fondi Ue, il cui termine ultimo è il 31 luglio.
La Regione Liguria ha proposto un milione di euro da distribuire tra 2500 lavoratori e lavoratrici delle mense scolastiche della Liguria, ma cifra è stata giudicata insufficiente dai sindacati che hanno chiesto alla Regione di reperire ulteriori risorse, aggiornando il tavolo al prossimo 14 luglio.
“Si è preso atto che devono essere date risposte economiche al settore delle mense – spiega all’uscita il segretario della Cisl Luca Maestripieri – ma la cifra che ci ha proposto la Regione l’abbiamo giudicata insufficiente e abbiamo chiesto al presidente un ulteriore sforzo”.
“Non è stato un incontro semplice – aggiunge il segretario regionale della Cgil Federico Vesigna – fino ad oggi quei soldi la Regione li ha utilizzati come meglio credeva. Oggi abbiamo preteso che i sindacati possano dire la loro sulla programmazione dei fondi e abbiamo chiesto che quei soldi siano utilizzati non solo per politiche di sviluppo ma finalmente anche per sostenere il reddito dei lavoratori che non ce la fanno. Tutto questo fino ad oggi non c’era”.
Soddisfatto dell’incontro il segretario Mario Ghini della Uil Liguria: “Abbiamo avviato un tavolo dove vengono messe in campo tutta una serie di opportunità e il presidente Toti e gli assessori hanno accettato la nostra richiesta di reperire ulteriori fondi”.
In piazza De Ferrari per tutta la durata dell’incontro è rimasto vivo e rumoroso il presidio delle lavoratrici delle mense, da mesi senza di fatto ammortizzatori, che hanno espresso rabbia e delusione per l’esito non risolutorio dell’incontro con fischi e urla. I sindacati hanno a fatica spiegato che la decisione di chiedere un ulteriore sforzo alla Regione è stata presa unitariamente e che la discussione dovrà proseguire anche per definire in dettaglio come potranno essere erogati per evitare il rischio di incorrere in un’infrazione rispetto alla normativa Ue.