Eccellenza a rischio?

San Martino, oncologia perde 10 posti dopo il Covid. Pastorino: “Subito chiarimenti da Alisa”

Il gruppo consiliare è allarmato dalla diminuzione dei posti letto e dalla "destrutturazione" infermieristica

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Genova. “Cosa sta accadendo al reparto Oncologia 1 del Policlinico San Martino?”. È la domanda che il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, vicepresidente della commissione sanità, pone al direttore generale Giovanni Ucci e al commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli.

“Il 2 luglio abbiamo scritto ai vertici dell’ospedale e di Alisa, mettendo in luce la “strana situazione” venutasi a creare nell’ultimo periodo. Oncologia 1 ha subito un processo di riorganizzazione proprio durante l’emergenza Covid. Stiamo parlando di uno dei reparti di eccellenza del San Martino, dotato di un’equipe medica e infermieristica di altissimo livello, che gode di alta reputazione a livello nazionale e internazionale – spiega Pastorino – ci lascia estremamente perplessi il fatto che al reparto non siano stati restituiti i posti letto iniziali, pre-covid, circa una decina. Il che fa il paio con la destrutturazione del personale infermieristico. È come se si volesse smembrare e disperdere un capitale su cui negli anni si è investito molto. Possiamo immaginarci cosa voglia dire tutto questo in una regione come la Liguria, in cui le patologie di natura oncologica registrano un aumento”.

Linea Condivisa ha ritenuto di informare della situazione anche l’assessore alla Sanità Sonia Viale: “La prospettiva è preoccupante: i percorsi di cura finirebbero compromessi. Pazienti che già si trovano in condizioni estremamente fragili rischiano di essere spostati in altri reparti dell’ospedale, con perdita di efficacia nelle terapie – evidenzia Pastorino – assurdo che il sistema sanitario ligure perda un reparto di eccellenza, a causa delle discutibili riorganizzazioni attuate dai vertici del San Martino. Del resto, tali processi sono ormai all’ordine del giorno e non ci sembrano così efficaci come vorrebbero far credere. Lo dimostra la gestione incongruente dell’ultima emergenza, che ha sottoposto il personale sanitario a indubbie difficoltà. E lo dimostra anche la gestione del post-covid: crisi dei Cup, primo intervento di Sestri Ponente a mezzo servizio, pronto soccorso di Voltri tuttora chiuso. Il tanto propagandato “ritorno alla normalità” avviene altrove, non certo in sanità”.

 

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