La mostra

La street art di Obey arriva al Ducale, donata a Genova l’immagine simbolo della lotta al Covid

Il presidente della società che ha organizzato la mostra: "Un'immagine di speranza e rinascita nei confronti delle infermiere"

Genova. L’immagine stilizzata di un’infermiera con ali celestiali e una fiaccola in mano, a evocare gli eroi che hanno combattuto l’epidemia di covid-19, realizzata per  sostenere le attività della Croce Rossa, diventerà patrimonio di Palazzo Ducale. A deciderlo la società MetaMorfosi, che ha prodotto la mostra che si apre domani a Palazzo Ducale, come omaggio a una città che ha molto sofferto ma che, con la prossima apertura del ponte, ha dimostrato coraggio.

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“Questa è un’immagine di speranza e rinascita nei confronti delle infermiere, delle dottoresse – ha spiegato il presidente di MetaMorfosi, Pietro Folena – che assieme agli uomini hanno combattuto il Covid. Ma la pandemia si combatte non solo con le cure mediche ma anche con la cultura, e quindi abbiamo deciso di regalare quest’opera alla città di Genova, lasciandola a Palazzo Ducale, per testimoniare il coraggio avuto da questa struttura a riaprirsi e a incentivare le persone alla cultura”.

Un’opera, il titolo è Angel of Hope and Strength, che accoglie i visitatori in un percorso attraverso il lavoro di Shepard Fairey, nome in codice Obey, uno degli street artist più noti degli ultimi decenni, la cui fama mondiale è legata al manifesto Hope, il ritratto di Barack Obama stilizzato in quadricromia, divenuto una vera e propria icona.

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Sessanta opere, tra le quali anche due grandi murales, che incrociano Donna, Ambiente, Pace, Cultura, le tematiche di Obey, ricreando con alcune immagini iconiche, come Hope in cui Obey raffigurò nel 2008 il futuro Presidente degli Stati Uniti. Ma anche Angela Davis, figura fondamentale per il movimento afroamericano degli anni Settanta, divenuta uno dei soggetti preferiti di Obey e scelta come immagine-guida.

Con questa mostra, quindi, Palazzo Ducale torna alla sua piena attività offrendo, tra l’altro, un percorso studiato per vedere le opere in assoluta sicurezza. “Abbiamo ripensato al modo di fare le mostre – spiega Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Ducale – con Banksy, che era allestito negli stessi spazi, avevamo tantissime opere mentre ora sono posizionate a distanza di sicurezza. E i visitatori che si fermano a vedere un quadro saranno in totale sicurezza”.

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Per Palazzo Ducale c’è anche la soddisfazione di aver portato una mostra particolarmente attuale. “Obey, più di ogni altro artista, si è occupato di come rappresentare il Covid – prosegue Bertolucci – ma visitando la mostra troviamo tutto il discorso sulla multietnicità e a quanto siano importanti le vite di qualsiasi colore siano. E ci faceva piacere portare a Genova questo messaggio. Questa è un’offerta culturale adatta ai tempi che, nonostante i problemi di traffico, potrà dare anche alle persone delle regioni vicine un motivo per venire in Liguria”.

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