Genova. Si sono dati appuntamento nei pressi del casello di Masone, chiuso in entrata ormai da settimane (e che finalmente dovrebbe riaprire lunedì), e hanno messo in atto un blocco simbolico del traffico, come sempre sostenuto e in particolare questa mattina, per alzare la voce e dire basta all’insopportabile condizione di isolamento patita dai Comuni delle Valli Stura e Orba.
Oltre 1000 persone, tra cui anche i sindaci del territorio, hanno esposto striscioni e utilizzato fischietti e campanacci per ricordare quale mix micidiale debbano affrontare ogni giorno: chiusure di tratte autostradali, caselli bloccati, lunghe code, strade interdette – come la statale del Turchino – e ancora un’offerta ferroviaria e di trasporto pubblico non all’altezza della situazione: tutti elementi che rendono impossibile garantire alcuni diritti fondamentali come quello allo spostamento, al lavoro, alla sicurezza e alla sanità.
Una comunità di 20 mila persone sparse tra i vari Comuni e le varie frazioni che quotidianamente si trovano a dover prendere ore di ferie o permessi per via dei ritardi accumulati in auto o in attesa di un regionale.
La Valle Stura, in un momento in cui tutta la Liguria sta soffrendo a causa del caos dovuto ai cantieri autostradali e allo scontro anche politico tra Regione Liguria, Mit e Aspi, è la prima comunità ad avere preso l’iniziativa di una vera e propria manifestazione di piazza. Non è escluso che possa essere la prima di una lunga serie se altri gruppi di cittadini, in altre località, decideranno di farsi sentire di fronte a quotidiani blocchi del traffico e a disagi sempre crescenti.
Alla manifestazione anche la presenza delle forze dell’ordine che hanno arginato alcuni momenti di tensione, il maggiore dei quali quando, attraverso il blocco del traffico, è transitata un’auto aziendale di Autostrade per l’Italia. Qualche colpo alla vettura e insulti gridati ma la situazione non è degenerata.
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