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Goletta Verde 2020: “In 15 anni persi 10 chilometri di spiagge”. Tre i siti inquinati a Genova

Nervi, Santa Margherita e Chiavari-Lavagna sono i punti più inquinati del nostro litorale

Genova. Negli ultimi 15 sono stati sono stati erosi circa 100 mila metri quadrati di arenile, l’equivalenti di una spiaggia lunga 10 km e larga 10 metri, quasi tutti compresi nelle zone più turistiche e segnate dalla presenza di opere rigide, come Alassio, Lavagna, Albenga, Santa Margherita Ligure, e recentemente anche Finale Ligure e Spotorno.

Questi alcuni dei dati emersi dalla “missione” di Goletta Verde 2020, che anche quest’anno ha monitorato la costa ligure, alla ricerca di criticità e vulnerabilità: “Il sistema costiero non sia in equilibrio da tempo, e sarebbe quindi fondamentale intervenire sulle cause scatenanti di questa erosione, la cui escalation è legata soprattutto alla presenza delle opere rigide realizzate ed alla conseguente alterazione della dinamica della corrente litoranea di fondo. Anche la durata troppo limitata dei ripascimenti deve infatti far riflettere sulla strategia da adottare“.

Sulla costa di Levante in Liguria sono stati 5 i punti monitorati in provincia di Genova. Tre di questi sono risultai “fortemente inquinati”: si tratta di un punto a mare di fronte la foce del torrente Nervi, nel Comune di Genova, di un punto a mar di fronte rio San Siro a Santa Margherita Ligure, e di un punto corrispondente allo sbocco del canale nei pressi della foce del torrente Entella, tra i territori comunali di Chiavari e Lavagna. Entro i limiti di legge sono risultati i punti sulla spiaggia di fronte Rio Poggio a Bogliasco e su un punto a mare di fronte la foce del torrente Recco nell’omonima località ligure.

“Ancora una volta – commentano Santo Grammatico e Federico Borromeo, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Liguria – quando l’acqua presente negli alvei dei torrenti o proveniente da rii e canali che attraversano i borghi e le città marinare liguri sfociano in mare, troviamo cariche batteriche elevate. Invitiamo gli enti preposti ad aumentare il livello di vigilanza considerato che spesso nei luoghi che troviamo inquinati, pur essendo vietata la balneazione, in molti si bagnano. Risalire rii, torrenti, canali effettuando in diversi punti le analisi biologiche potrà portare a scoprire quali e quanti scarichi non allacciati o tubature danneggiate sono presenti ed intervenire”.

La costa della Liguria ha una estensione di 350 km, con 108 km di costa bassa e 197 di costa alta. Già negli anni Settanta la costa presentava problemi di erosione per circa 8 km di litorale. Agli inizi degli anni Novanta le coste in erosione ammontavano a 61 km, ossia 6 volte di più rispetto a venti anni prima. È stato il periodo della spinta artificializzazione del litorale, tra opere rigide e porti. La Liguria, con 990 opere rigide complessive, è di gran lunga la regione in Italia con la maggior densità di barriere e pennelli lungo la costa, con un rapporto tra opere rigide e lunghezza della costa di 2,8. Basti pensare che la seconda regione, la Puglia, ha un rapporto di 1,2.

Col tempo, tuttavia, la situazione sembra essere migliorata. Nel 2006 in Liguria vengono stimati in erosione 31 km di litorale. Gli ultimi dati disponibili, risalenti al 2018, sono del Ministero dell’Ambiente e riportano un’erosione di circa 18 km di litorale, il 16,7% del totale delle coste basse della regione.

I chilometri di spiaggia in erosione sono quindi diminuiti negli ultimi venti anni, anche perché si è intervenuti con diversi ripascimenti e questo ha lenito le emergenze, ma sempre per lassi di tempo molto brevi (massimo 2-3 anni). Tuttavia, il dato che dovrebbe far riflettere è che dopo aver artificializzato quasi tutto il litorale, tra opere rigide di varia natura e porti, in Liguria l’erosione costiera è aumentata più del doppio rispetto alle cifre degli anni Settanta.

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