Sport di squadra

Csi: un protocollo di sicurezza per tornare in campo a settembre

Vittorio Bosio: "Chi si occupa di promozione sportiva come noi deve farsi promotore di segnali e gesti concreti per tornare a vivere"

“Nei prossimi giorni il Centro Sportivo Italiano, a livello nazionale, pubblicherà un protocollo di sicurezza per i vari comitati territoriali per la ripresa dell’attività agonistica degli sport di squadra. Sono quelli più coinvolgenti, fonti di aggregazione, inclusione e socialità”. Lo ha detto il presidente Vittorio Bosio nel corso di una lunga intervista durante la quale sono stati affrontati diversi argomenti.

“Stiamo lavorando sulla speranza di poter tornare in campo a settembre anche con la condizione pre-stabilita, se la situazione epidemiologica purtroppo lo richiedesse, di doverci nuovamente fermare a Novembre per riprendere in primavera nel 2021. Io credo ci sia un bisogno estremo di incontri. Questa triste vicenda del Covid, che ha causato oltre 35.000 morti, tanti lutti personali, deve incentivarci e stimolarci a ricominciare. Le società sportive, i loro dirigenti, hanno bisogno di rassicurazioni, di sapere cosa possono fare e in che modo”.

Anche i ragazzi hanno bisogno di riconquistare i loro spazi abituali, di tornare a relazionarsi fra di loro in un contesto, anche sportivo, normale, come facevano prima del lockdown. Da sempre, fin dalla sua fondazione nel dopoguerra, nel 1946, il CSI ha avuto come missione prioritaria quella di regalare speranze alle giovani generazioni attraverso lo sport.

“Nei giorni scorsi – dice Vittorio Bosio – ho assistito ad attività ludico-motorie presso gli oratori della mia città. Ho visto la voglia dei ragazzi, ma anche degli educatori, di stare vicini fisicamente. Naturalmente abbiamo sempre a cuore la sicurezza ma chi si occupa di promozione sportiva come noi deve farsi promotore di segnali e gesti concreti per tornare a vivere”.

Il CSI, a livello nazionale, negli ultimi mesi ha cercato di “percorrere strade” nuove e fare in modo che i ragazzi rimanessero coinvolti, anche da casa, in attività sportive. Un esempio le Homelimpiadi di ginnastica ritmica, gara online che ha avuto un buon successo.

“È stata un’occasione per rimettersi in movimento – sottolinea Vittorio Bosio – ma avverto la necessità di rivedersi, di riabbracciarsi. C’è una grande voglia di amicizia, di scambiarci di nuovo gesti semplici ma significativi”.

Con il presidente nazionale del CSI Bosio durante l’intervista abbiamo parlato a lungo anche del format Safe Sport. Un progetto realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma per poter praticare, in totale sicurezza, attività-ludico motoria.

Ha avuto finora un riscontro positivo, ben oltre le più rosee previsioni, da parte dei comitati territoriali e delle società. Vuole integrare le linee guida e i protocolli disciplinari con una proposta sportiva e di allenamento divertente, accessibile a tutti che affianca al distanziamento fisico imposto dal virus ad un riavvicinamento sociale da molti desiderato.

Nell’ambito di Safe Sport c’è l’importantissima area Safe Sport Summer ,un progetto per attivare campi estivi con varie discipline. Nuove regole, nuovi giochi, nuovi modi di stare insieme, nuove sfide con se stessi e con gli altri.

Altum Park di San Desiderio, centro di riferimento del CSI per l’attività outdoor, ha visto finora la partecipazione di 364 ragazzi durante le cinque settimane degli Educamp CONI, più 150 ragazzi che hanno frequentato la struttura, in singole giornate, secondo il protocollo Safe Sport.

“La caratteristica del CSI è sempre stata quella di fornire strumenti flessibili alle realtà territoriali in modo che li utilizzino secondo le loro strutture ed esigenze – dice Vittorio Bosio -. Da Genova vedo spesso foto e video bellissimi, relativi al vostro Parco Sportivo Outdoor, che testimoniano una grande organizzazione. Chiaramente Altum Park, rispetto ad altre realtà italiane più piccole e in contesti strettamente urbani, può contare e sfruttare in modo adeguato l’ampia area verde che circonda la struttura”.

Come ha ricordato don Alessio Albertini, assistente ecclesiastico nazionale del CSI forse l’impegno del Centro Sportivo Italiano non risolve i problemi di questa difficilissima estate ma “ è comunque un segno, bello e significativo, esserci”.

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