Genova. “Qua a manifestare ci dovrebbe essere ogni genovese che ogni giorni aspetta una, due, tre ore in coda. Ci sentiamo un po’ come gli spartani, siamo in 300 a difendere valori che sono di tutti”. Il direttore generale di Spediporto, Giampaolo Botta, guida la protesta delle imprese in piazza Fontane Marose.
È il presidio composito organizzato dal comitato “Salviamo Genova e la Liguria” per portare all’attenzione della ministra De Micheli, oggi in città per inaugurare la ripartenza del nodo ferroviario, i disagi di intere categorie economiche devastate dal caos autostrade.
In piazza ci sono trasportatori e spedizionieri, terminalisti e operatori della logistica, industriali, commercianti e albergatori. Oltre 20 associazioni e politici di tutti i colori (compreso il presidente Giovanni Toti candidato del centrosinistra-M5s Ferruccio Sansa), regionali e nazionali, uniti in una manifestazione trasversale. Poi l’incontro in prefettura con De Micheli per ottenere risposte sui temi già presentati dal comitato.
“Chiediamo il risarcimento dei danni per difendere la continuità economica e occupazionale, in Liguria ci sono 56mila persone in cassa integrazione – ricorda Botta – poi un provvedimento legge con la massima urgenza per disciplinare in maniera uniforme a livello nazionale le attività di ispezione. Non vogliamo essere discriminati, la sicurezza è un bene di tutti, ma la Liguria deve essere trattata come ogni altra regione”.
“Terzo punto – prosegue – la definizione di un programma di lavori sulla rete autostradale che contemperi le attività di ispezione e manutenzione con l’indispensabile uso continuativo del sistema infrastrutturale. E poi la mancanza di continuità territoriale per ottenere aiuti di Stato, perché oggi la Liguria è un’isola, lontana dal Nord Ovest. Servono provvedimenti di legge ad hoc per consentire all’economia di rilanciarsi”.