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Caos autostrade in Liguria, allarme Spediporto: “A rischio tutta l’economia del Nord Ovest”

Anche gli spedizionieri valutano un esposto in Procura per ottenere la rimozione dei cantieri: "I danni sono immensi, a rischio migliaia di posti di lavoro"

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Genova. “A rischiare non è solo l’economia di Genova e della Liguria, ma anche buona parte dell’economia del Nord Ovest. E l’incapacità di servire l’industria italiana ha ripercussioni sulla capacità di reggere alla concorrenza di altri Paesi”. Non ha paura di gonfiare i toni Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, che insieme ad altre realtà del mondo produttivo legato al mare sta preparando una nuova dichiarazione di guerra nei confronti di Autostrade per la situazione drammatica della viabilità intorno al capoluogo di regione.

I danni sono immensi, non è facile quantificarli. Temiamo per il futuro di centinaia di lavoratori e di migliaia di aziende. Stiamo parlando di centinaia di milioni persi ogni giorno non solo dalle spedizioni, ma dall’intero comparto – spiega a Genova24 il riferimento degli spedizionieri -. Nel momento in cui il traffico merci subisce pesanti conseguenze per le deviazioni di traffico e dall’altra parte la mobilità urbana e soffocata, è evidente che le perdite sono ingenti”.

Ancora presto dunque per parlare di numeri, ma ci sono delle certezze: la situazione che si è venuta a creare in Liguria avrà ripercussioni sensibili e la questione non verrà archiviata quando arriverà una parziale tregua dai cantieri. A dimostrarlo è il caso di Cosco, il colosso cinese dello shipping, che ai suoi clienti ha consigliato formalmente di non usare il porto di Genova dove regna un “caos mai visto prima” e ripiegare su scali alternativi in Italia.

“Se sono arrivati a un gesto di questa importanza, vuol dire che valutano la questione come di grande importanza, se no non si muoverebbero così – commenta Botta -. È addirittura più lucida la riflessione degli stranieri che non la riflessione degli operatori locali. In Italia c’è meno consapevolezza del danno che questa situazione sta provocando all’intero Paese. Ed è anche un danno erariale, perché meno importazioni vuol dire meno incassi e meno entrate Iva. Oltre al danno la beffa”.

E così adesso, oltre alla richiesta danni e alla class action già avviata negli scorsi mesi, potrebbero partire altre iniziative. Tra cui un esposto alla magistratura, sulla falsariga di quanto ha fatto la Regione. “Stiamo valutando anche questa ipotesi insieme ad altre associazioni”, conferma Botta. L’idea è quella di indurre i giudici a intervenire d’urgenza per sbloccare i cantieri “anche perché – osserva il direttore generale di Spediporto – ce ne sono decine vuoti. Perché mantenere le limitazioni se 5 sono operativi e 45 sono fermi? Noi chiediamo che a quel punto vengano rimossi”.

Un’emergenza che di fatto ha prolungato il lockdown e stroncato gli accenni di ripresa che stavano iniziando a intravedersi. “Sì, stroncato è il termine giusto – aggiunge Botta -. Il calo che abbiamo registrato è del 40% ad aprile e oltre il 20% a maggio. Il trend rimane preoccupante”.

A soffrire di più è la parte dei trasporti eccezionali, il cosiddetto settore dei project cargo, che da mesi hanno dovuto abbandonare la Liguria in favore del Nord Est per le limitazioni di carico sui viadotti. “Non è cosa da poco conto – conclude Botta -. Certamente il problema esisteva anche prima, ma a maggior ragione oggi è diventato impossibile raggiungere la Liguria”.

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