Emergenza

Caos autostrade, il Partito Comunista Italiano: “Si cominci a lavorare ad una seria nazionalizzazione”

"Troppi i disservizi creati da quei privati che hanno in mano i settori strategici"

pci partito comunista italiano

Genova. Ormai le giornate da incubo per la viabilità in Liguria sono all’ordine del giorno. “La situazione si è fatta insostenibile” attaccano i portavoce liguri del Partito Comunista Italiano.

“Da venerdì mattina – sottolineano – è andata in tilt l’intera viabilità di Genova con incolonnamenti infiniti per il prolungamento inatteso della chiusura di un tratto della A10 Genova-Savona. L’ispezione programmata di una galleria, la Borgonovo, da parte di Autostrade è continuata oltre le prime ore dell’alba e la tratta è stata riaperta solo alle 10. Nel frattempo si sono creati 12 chilometri di coda sulla A10 tra il bivio A26 e Arenzano, 6 chilometri tra Masone e il bivio A26-A10 Genova-Ventimiglia. E il traffico si è riversato sulla viabilità ordinaria creando così uno dei peggiori ingorghi che si ricordi dai tempi del crollo del Morandi con 20 chilometri di auto in colonna sulla Aurelia da Sampierdarena ad Arenzano. Paralizzata anche la Guido Rossa, la principale viabilità per i trasporti al porto”.

“Nei prossimi giorni – proseguono -, ha avvertito Autostrade per l’Italia, in altri tunneldella rete ligure l’attività avrà una ‘particolare intensità’ per ‘rispettare la scadenza del 10 luglio indicata dal Mit’, insomma, si preannunciano nuovi ingorghi dopo il grande imbuto visto oggi nel nodo genovese. Su questa vicenda come Partito Comunista Italiano non possiamo che essere nauseati dallo scambio di accuse fra il Governatore della regione Liguria che finge di non avere responsabilità e potere nella gestione di autostrade e trasporti e l’opposizione targata PD e M5S”.

“Certe forze politiche – dichiarano gli esponenti del PCI – sembrano essersi dimenticate di far parte, ormai da anni, di Governi nazionali rimasti sempre immobili di fronte a certe gravi problematiche, sensibili solo di fronte a cementificazioni e grandi opere senza mai affrontare l’imbarazzante situazione delle infrastrutture nazionali”.

“Da troppi anni – evidenziano – gli investimenti a favore delle opere di messa in sicurezza e custodia dei sistemi stradali, ferroviari, idrici e urbani sono limitati, al punto che i soggetti competenti non hanno più risorse per effettuarle con disastrosi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Invece di pensare a nuove autostrade e ferrovie veloci sarebbe stato il caso di pensare alla dotazione di un utilizzo in sicurezza dei servizi pubblici già esistenti senza aspettare che fossero delle disgrazie a metterne in evidenza le gravi carenze strutturali e manutentive. Il declino italiano passa e si misura anche e soprattutto in questo.

“Le privatizzazioni su settori strategici come autostrade e trasporto ferroviario hanno portato intere compagnie ad abbandonare gli scali portuali liguri non per mancanza di grandi opere – aggiungono i portavoce del PCI -, ma, proprio, per i disservizi creati da quei privati che hanno in mano i settori strategici come autostrade e ferrovie”.

“Si prenda atto del fallimento di certe politiche e si cominci a lavorare ad una seria nazionalizzazione di settori strategici e vitali per il Paese come autostrade e ferrovie che permetta di garantire la salvaguardia della vita e dei servizi alle persone con la garanzia di infrastrutture in sicurezza nei tempi e nei modi più consoni” concludono.

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