Genova. La guerra tra Regione Liguria e ministero dei Trasporti sul disastro delle autostrade in Liguria finisce sui tavoli della magistratura. Il presidente Toti ha annunciato di aver firmato un esposto-denuncia alla Procura di Genova “in cui sottolineiamo non solo l’inottemperanza all’ordinanza di protezione civile, che costituisce reato penale, ma anche che il piano di sicurezza strutturale non tiene conto delle esigenze di sicurezza funzionale della nostra regione, un piano che sta mettendo a grave rischio le persone sul nostro territorio“.
Una mossa contro il Governo – e tecnicamente anche contro Autostrade – che arriva al termine di quella che “forse è una delle peggiori giornate che abbiamo vissuto, e se non cambieranno le cose sarà il preludio di altre giornate simili”, usando le parole di Toti. “Credo che tutti si rendano conto della gravità della situazione a esclusione di un solo soggetto, il Mit, accompagnato da alcuni gruppi di opposizione sul territorio, che neanche oggi ha dato un segnale”.
Quella di Toti in realtà è una triplice azione: da una parte l’esposto–denuncia contro il Mit che ponte l’accento soprattutto sulle criticità denunciate dal 118 e dagli operatori delle ambulanze, spesso bloccate nel traffico, dall’altra una diffida al ministero con la richiesta “in via bonaria” di sedersi a un tavolo per quantificare i danni economici entro sette giorni “al termine dei quali agire in via legale per la tutela dei nostri interessi”, spiega Toti.
E poi una lettera a Stefano Bonaccini, presidente della conferenza delle regioni, per inserire all’ordine del giorno un punto “che tenga conto dell’assenza di interlocuzione col Mit, perché questo viola il principio di leale collaborazione istituzionale tra enti e pertanto lesivo del rapporto tra Regioni e governo centrale.
Secondo Lorenzo Cuocolo, giurista esperto di diritto costituzionale e consulente legale della Regione, l’esposto potrebbe essere utile per evitare accertamenti su eventuali responsabilità per “interruzione di pubblico servizio o comunque sulla mancata garanzia di un servizio pubblico” e, visto che l’ordinanza che Toti chiama in causa risulta ormai scaduta, appare “irrealistico” che il Mit possa procedere a un’impugnazione tardiva.