Genova. Dopo i ritardi dovuti al maltempo dell’autunno, il lockdown e le difficoltà nello spostamento di tutte le utenze sono entrati finalmente nel vivo i lavori per la parziale demolizione e la successiva ricostruzione del ponte Don Acciai che unisce San Teodoro, Oregina e il Lagaccio.
Da alcuni giorni sono arrivati i mezzi meccanici che hanno cominciato lo smontaggio delle parti in superficie a cui è seguita la scarificazione dell’asfalto. Mercoledì o giovedì si entrerà nel vivo della demolizione con l’arrivo delle pinze meccaniche che demoliranno fisicamente la gran parte della struttura costruita negli anni ’70.
Il ponte, lungo 108 metri, è chiuso dal settembre 2018 in seguito alle verifiche che avevano constatato il rischio cedimento di una delle pile.
Perché ci è voluto tanto tempo? A spiegarlo a Genova24 è l’ingegner Gian Luigi Gatti, dirigente del settore strade del Comune di Genova.
“Il progetto iniziale – spiega Gatti – non prevedeva la demolizione ma solo lo smontaggio dell’impalcato centrale, con posa a terra e ricollocazione dopo il rafforzamento delle pile centrali, ma l’impresa che ha vinto l’appalto aveva sollevato dubbi sulla fattibilità del progetto e sulla sicurezza delle operazioni”.
Così si è arrivati a una variante del progetto iniziale: “Il nuovo progetto prevede la demolizione della parte centrale del ponte, che comprende l’impalcato e le due pile centrali che verranno sostituite con un’unica pila realizzata con travi in acciaio Corten, uno speciale tipo di acciaio più resistente alla corrosione”.
La demolizione vera e propria durerà circa un mese, poi saranno scavate le fondazioni e a settembre arriveranno le nuove travi. Il nuovo ponte sarà pronto in autunno, forse già ad ottobre.
Il costo per il Comune di Genova è di oltre 1,7 milioni di euro, superiore a quello previsto inizialmente “ma questo tipo di progetto fornisce maggiori garanzie perché avremo le due campate centrali completamente nuove” spiega ancora Gatti.
Perché la struttura, certamente non nuova, ma nemmeno così vecchia, ha cominciato a cedere? In base alle analisi compiute dai tecnici i problemi potrebbero essere stati due: “da un lato per le strutture sottoterra su cui poggiava il ponte venne utilizzata una tecnologia piuttosto innovativa (i cosiddetti pali-radice), che forse ha comportato qualche problema, dall’altro probabilmente interramento del lago del Lagaccio avvenuto dopo la realizzazione del ponte è stato fatto collocando una quantità eccessiva di materiale che è andato negli anni a pesare eccessivamente sulla pila”.