Genova. Quando è in corso un’emergenza, si sa, anche i secondi possono fare la differenza tra la vita e la morte. Questo vale per tutti, ma non per i cittadini della Valle Stura, che da settimane convivono con il rischio di trovarsi in un’ambulanza bloccata sul Turchino o tra i cantieri e le code dell’A26 e della A10. E per arrivare al pronto soccorso più vicino spesso si tocca e si supera l’ora di percorrenza
A raccontarci le difficoltà quotidiane delle pubbliche assistenze della Valle Stura Emanuele Pastorino, presidente della Croce Rossa di Masone, che da settimane, insieme ai colleghi, opera nell’incertezza: “Ad oggi il pronto soccorso più vicino è il Villa Scassi, visto che l’ospedale di Voltri è ancora in fase post-covid – ci spiega – e per arrivare a Sampierdarena spesso ci si impiega un’ora buona, a volte di più”.
La strada “più rapida”, infatti, è la provinciale del Turchino, visto che ad oggi il casello di Masone è chiuso in entrata (e lo sarà per un mese), strada che però in questi giorni sta raccogliendo anche molto traffico autostradale, soprattutto di mezzi pesanti, che si riversa sulla viabilità urbana e provinciale per bypassare code, cantieri e chiusure notturne. “Andare in autostrada non garantisce la velocità dell’intervento, viste le condizioni di traffico di questi giorni – spiega – anche perché per accedervi dobbiamo percorrere almeno 30 chilometri in più per raggiungere l’ingresso provvisorio aperto presso l’area di servizio Stura, senza contare che in caso di allerta la strada viene chiusa a causa della frana a Gnocchetto“.
Insomma, quando l’orologio corre, la via più sicura è quella dei monti: “Ma c’è una altro problema – sottolinea Pastorino – se all’andata con le sirene spiegate si riesce a velocizzare il percorso, al rientro i mezzi sono in balìa del traffico e del caso. Per ogni soccorso possono andare via tre ore – segnala – tre ore in cui in valle pesa la mancanza operativa di un equipaggio”.
Il sistema di soccorso, come sempre, prevede l’eventuale utilizzo dell’elisoccorso del San Martino, ma questo ha dei limiti legati al meteo e al fatto che serve tutta la regione, e non sempre è attivabile. E anche l’ipotesi piemontese, cioè i pronto soccorso di Novi o Alessandria, sono un’incognita per i tanti chilometri in più. “Per questo è stato chiesto un presidio medico per le emergenze in vallata – conclude Pastorino – ma ad oggi non si è visto ancora nulla”.
Insomma, per chi vive da queste parti il soccorso alle persone, che dovrebbe avere modalità agevolate e più rapide, nei fatti è un vero percorso ad ostacoli, che potrebbe avere un conto molto salato: se abitate in Valle Stura, prima di sentirvi male, prima di avere un incidente, verificate che non sia notte, controllate che non ci siano cantieri operativi, accertatevi che il traffico sia scorrevole e informatevi che non sia caduta qualche frana. E mettetevi comodi.
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