Genova. Treni stracolmi, caos nelle stazioni, passeggeri che rimangono a piedi e distanziamento sociale che diventa pura teoria. Le scene di caos viste lo scorso weekend (e in misura minore anche durante la settimana) si riproporranno quasi certamente nelle prossime ore. Perché il potenziamento del servizio chiesto a Trenitalia dalla Regione scatterà solo il 1° luglio e l’unica modifica subito attiva sarà il ritorno del Cinque Terre Express, dieci coppie di convogli tra La Spezia e Levanto (inutili per chi si sposta in area genovese).
“Finché non torneremo al 100% di capienza a bordo, continueremo ad avere questi problemi. Non possiamo farci nulla”, sentenzia l’assessore regionale ai trasporti, Gianni Berrino. Qui sta il paradosso: i posti a sedere possono essere occupati solo al 70% secondo le normative nazionali, mentre si può stare in piedi ma solo a un metro di distanza. E così un treno da 300 posti come quello presentato ieri a Savona si riduce subito a 180. L’assurda conseguenza è che i passeggeri si assembrano non sui vagoni, ma in banchina ad aspettare la corsa successiva.
“Insieme a Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli abbiamo scritto al ministero dei trasporti per superare il problema – aggiunge Berrino – e questo sarà l’unico modo di uscirne. L’Emilia-Romagna ha emanato un’apposita ordinanza in deroga al Dpcm, anche noi ci stiamo ragionando. È meglio avere gente sul sedile accanto in carrozza o stare tutti schiacciati sul marciapiede?”. In effetti la logica e il buonsenso suggerirebbero di cambiare le regole. Che non vengono applicate in questo modo, ad esempio, per viaggi in aereo.
Ma banalmente, non si potrebbero mettere più treni? “Ci sono limiti fisici sulla linea. Altrimenti finiamo come in autostrada, anche i treni dovranno fare la coda”, spiega Berrino. Il problema è anche che esiste un contratto di servizio e che le corse in più vanno pagate. A meno che non intervenga il Governo.
“A margine del primo incontro sull’emergenza autostrade avevamo chiesto al ministero di attivare più Intercity da Milano e Torino, perché se i turisti non possono arrivare in macchina devono poter arrivare con la ferrovia. Si sono presi 48 ore di tempo, ma non ci hanno mai risposto”, lamenta l’assessore.
Dal 1° luglio, dunque, il servizio tornerà pressoché ai livelli dell’orario estivo del 2019. “A livello regionale arriveremo al 92% – precisa Berrino – perché alcuni treni viaggiano vuoti e non ha senso istituire nuovamente quelle corse in orari in cui non servono. In compenso, grazie a questa lieve riduzione, riusciremo ad allestire treni speciali pronti a partire in caso di necessità. Se li avessimo tutti in giro non sarebbe possibile intervenire in emergenza. Nelle ore di punta sulle linee più frequentate avremo il 100% dei posti disponibili”.
Il 1° luglio, comunque, è mercoledì prossimo. E intanto alle porte c’è un altro fine settimana di fuoco. Sia per il clima – l’estate è ormai esplosa dal punto di vista termico – sia per le autostrade (oltre ai soliti problemi ci saranno ulteriori chiusure a Genova) sia lungo i binari che corrono lungo le spiagge della Liguria. Sabato e domenica il servizio sarà ancora all’82% del periodo pre Covid. E le corse, probabilmente, non basteranno per tutti.