Protesta

Scuola, sindacati in piazza: “Risorse e certezze per ripartire in sicurezza”

Inconcepibile una ripartenza con metà alunni in aula. In piazza anche le lavoratori della ristorazione scolastica

Genova. Risorse e certezze. E’ quanto chiedono i sindacati della scuola in presidio questa mattina sotto la Prefettura a Genova nell’ambito dello sciopero indetto da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Fgu Gilda Unams che, accusano, tra l’altro, un’eccessiva confusione per quanto riguarda la riapertura delle scuole a settembre, pochi investimenti e difficoltà nella gestione della didattica a distanza.

“Chiediamo di ripartire in sicurezza ma per fare questo ci vogliono coraggio e risorse – spiega Monica Capra, segretario generale Cisl scuola – in questo momento mancano entrambe da parte di una politica scolastica che non tiene in considerazione la scuola come luogo di crescita dei futuri cittadini”.

Inconcepibile per i sindacati una ripartenza utilizzando ancora la didattica a distanza: “Non si può pensare di portare in classe il primo settembre metà degli alunni lasciando a casa gli altri – spiega ancora Capra – chiediamo di rientrare a scuola in sicurezza ma lavorando come si lavorava prima, anzi meglio perché per far sdoppiare le classi ci vogliono personale e luoghi e quindi investimenti”.

La preoccupazione per le risorse è condivisa anche da Ferdinando Agostino, segretario generale Uil scuola Liguria “Servono risorse per mettere a norma le scuole ma anche il personale è carente sia in termini di personale docente sia di ata. Come sindacati abbiamo chiesto l’assunzione in ruolo di tutto il personale docente con almeno tre anni di servizio nella scuola. La nostra richiesta non è stata recepita e quindi apriremo di nuovo le scuole con un sacco di cattedre vacanti coperte con personale precario”.

In piazza anche le lavoratrici della ristorazione scolastica: “Siamo qui per dire che scuola e mensa fanno parte dello stesso progetto didattico” spiega Simona Nieddu segretaria regionale Filcams Cgil.

Per le lavoratrici delle mense i problemi restano al momento irrisolti: “La settimana scorsa abbiamo chiesto alla Prefettura di farsi parte attiva per riformare degli ammortizzatori sociali che sono obsoleti – spiega Nieddu – e abbiamo chiesto un sostegno ad hoc per queste lavoratrici che le copra per tutta l’estate perché si tratta di lavoratrici spesso monoreddito i cui contratti spesso non superano le 15 ore a settimana. Quindi ci vuole un sostegno per arrivare a settembre e ci vuole una ripartenza della scuola insieme alla mensa come parte di un unico progetto formativo”.

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