Genova. «La Giunta regionale renda pubblico il piano di apertura del Cup. Ancora oggi non si sa se le visite e gli appuntamenti potranno riprendere il 15 o il 22 giugno (il PD aveva chiesto di partire già il 4). Gli operatori e i cittadini vivono tuttora nell’incertezza. A 28 gironi dal 4 di maggio e cioè dalla fine del lockdown non si sa ancora quando riaprirà il Cup. È uno uno scandalo» – afferma il Gruppo Pd in Regione Liguria.
«Come pensa di recuperare, la Giunta ligure, chi a febbraio a oggi avrebbe voluto fare un esame o una visita? Parliamo di oltre tre mesi di interventi accumulati. Toti però non chiarisce nulla e annuncia, come al solito, una serie di date, senza fornire alcuna spiegazione. Serve un piano serio e articolato per smaltire, soprattutto all’inizio, la mole di lavoro degli ambulatori. Servono doppie agende pubblico-privato, aperture nei fine settimana e in orario serale e sono necessarie nuove assunzioni. È paradossale che Toti abbia pensato a riaprire tutto tranne il Cup, lasciando chiusa l’attività sanitaria extra Covid per 4 mesi. Alle lunghe liste d’attesa del Cup si aggiungono anche quelle per entrare nelle rsa e la mancanza, ancora oggi, di un adeguato trasporto per disabili. I centri diurni per anziani e disabili sono sempre chiusi. Da marzo. Toti lo sa?
Anche Linea Condivisa all’attacco: «La capacità programmatoria del presidente Toti è più o meno riassumibile così: riapriamo i CUP tra il 15 e il 22 giugno, ma diamoci perlomeno 14 giorni di tempo come precauzione, dopo la ripresa degli spostamenti fra le regioni. In sostanza la logica di Toti è quella del “io speriamo che me la cavo”: su una marea di attività si procede spediti col “liberi tutti”, ma quando si tratta di servizi sanitari essenziali per la popolazione la giunta tergiversa, è presa dai dubbi, sente il bisogno di precauzioni. Come mai? Delle due l’una», dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, commentando la decisione della giunta di procedere alla riapertura dei centri di prenotazione, adottando stavolta una logica più dilazionata nel tempo, molto diversa rispetto all’urgenza dimostrata per le attività produttive private.
«Stranamente, nelle parole di Toti solo la sanità pubblica deve essere soggetta a prudenza. E se dovesse esserci una recrudescenza del covid, ha già fatto sapere che i CUP saranno nuovamente chiusi a tempo indeterminato –spiega Pastorino -. Nel frattempo la popolazione può frequentare senza restrizioni una serie di attività commerciali, che evidentemente nella sfera di cristallo della giunta sono esenti dalla diffusione del contagio. Una manovra che strizza l’occhio alle leve economiche, incurante del fatto che la Liguria è tuttora considerata una regione non sicura».