Genova. Quella che sembrava essere una trattativa – difficile ma pur sempre una trattativa – tra le forze della coalizione giallorossa sembra essersi tramutata, nelle ultime ore, in un muro contro muro (contro muro). Nel senso che se fino al weekend il Pd era convinto di poter proporre agli alleati del Campo Progressista e al Movimento 5 Stelle un nome che potesse mettere tutti d’accordo, la discussione, in una riunione ristretta di coalizione, oggi, è virata sull’aut aut: “il Pd scelga tra Sansa e Massardo”. Non c’è spazio e non c’è tempo per pensare a un quarto nome e convincerlo a candidarsi.
“La pazienza è finita”. Ma di fronte a questa nuova rigidità, in casa Dem – che comunque sono il primo partito in Liguria, più avanti persino della Lega, a diversi punti di distacco dai pentastellati e dei partiti a sinistra – si sarebbe davvero persa la pazienza.
I vertici liguri del Pd iniziano a rassegnarsi al fatto che non ci siano le basi per portare avanti la trattativa e al momento solo un eventuale intervento dei partiti nazionali potrebbe imporre – a questo punto si tratterebbe di imporre – una linea per salvare il progetto dell’alleanza giallorossa, unico esperimento che alle prossime regionali avrebbe ricalcato la squadra di governo. Ma scegliere tra Sansa e Massardo non è accettabile per il Pd che, con il suo peso politico, non può subire la decisione.
Massardo balla da solo. La discussione politica, insomma, rasenta ormai il livello “stracci che volano”. Ed è in questa atmosfera tutt’altro che rilassata che l’ex preside di Ingegneria, oggi, ha annunciato che – con qualcuno o senza qualcuno – si candiderà alla presidenza della Regione.
“Lo farò per non dispendere l’impegno e le energie di questi mesi, da domani inizio la campagna elettorale con le forze che mi vorranno sostenere”, ha scritto in un comunicato. Che se ad alcuni è suonato come uno strappo alla coalizione ad altri è sembrato l’ultimo tentativo per mettersi a sua disposizione. Ad ogni modo, con o senza i giallorossi, una lista e un candidato sono pronti a (ri)scendere in campo. E se alla fine il tavolo dovesse ricompattarsi proprio su di lui, bene, mai la perseveranza sarà mai stata così premiata.
Cosa succede ora. Time-out, in attesa che si calmino le acque. Ma mentre il centrodestra è già in piena attività in vista delle elezioni (oggi il tour di Salvini in Liguria) la sinistra, il Pd e il M5s, ognuno nelle proprie stanze, iniziano a domandarsi se sia possibile iniziare una campagna da separati in casa e comincia a pesare candidature proprie. Tra i nomi che tornano d’attualità, intanto – e sarebbe stato uno dei potenziali quarti nomi insieme a Ivano Bosco, Cgil – quello del direttore del pronto soccorso del Galliera Paolo Cremonesi.
Il medico, che ha più volte smentito di essere interessato a una carriera politica, sarebbe stata l’opzione meno invisa alle tre forze della coalizione. Non è escluso che il Pd possa continuare a corteggiarlo – ipotesi che innervosisce i comitati di Carignano contrari al progetto del nuovo Galliera – tenendo conto che un “suo” nome già ce l’ha ed è quello dell’avvocato Ariel Dello Strologo.