Genova. Per ora è tutto solo sulla carta, e peraltro il Comune di Genova attende ancora i finanziamenti promessi dal ministero dei Trasporti, ma i Pd nel municipio Ponente, retto appunto dal centrosinistra dice no, e a gran voce, all’ipotesi dell’organizzazione del pums e della rete di filobus prospettata dal piano approvato dalla giunta Bucci. A non convincere è la creazione di un capolinea della linea Amt tra il centro e il ponente (oggi operata dai bus della linea 1) dalla foce del Cerusa all’area di Surgenti Sulfuree (uscita autostrada Pra’).
“Voltri, un quartiere dove vivono 15mila abitanti, è tagliato fuori dal Pums, questo è inaccettabile” dicono dal Pd. “Un piano che sostituisce la linea 1, una linea importantissima per il municipio e per Voltri perché è l’unica che collega le delegazioni, e l’unica con profondità notturna fino a Genova , visto che il treno smette il servizio a mezzanotte, con un filobus che fa capolinea a Palmaro, non è accettabile”. Secondo i dem l’idea prevista dal Pums non tiene conto delle esigenze reali di mobilità del municipio né del fatto che in futuro ci potrà essere una stazione ferroviaria in zona Verrina, senza integrazione delle reti ferro e gomma.
Ma di fronte alla levata di scudi a difesa del capolinea, Enrico Musso, incaricato dal sindaco di redigere il piano urbanistico della mobilità, spiega le ragioni della scelta e rassicura la cittadinanza: “Si tratta di una soluzione reversibile, se a Voltri preferiranno mantenere lo status quo non c’è alcuna pregiudiziale e non c’è alcun vincolo tecnico che ostacoli l’arrivo del filobus sotto Crevari”.
L’idea espressa dal Pums per il quartiere del ponente, basata come noto sulla concentrazione del trasporto su assi di forza e sulla frammentazione delle linee capillari, proponeva appunto di far arrivare il filobus fino a Palmaro per migliorarne la velocità commerciale e per evitare, come gli utenti sanno, che a ogni viaggio restasse rallentato dal traffico intenso di via Camozzini e via Verità. “Oltre sorgenti sulfuree – spiega Musso – avremmo potenziato le linee locali che sarebbero state più frequenti coprendo sia la porzione mancante fino al Cerusa sia le esigenze dei quartieri collinari”. Una strategia del genere è paragonabile a quella attuata a Nervi, con l’individuazione di un capolinea nella parte del quartiere più vicina al centro. “Ma se si vorrà restare nel vecchio regime – conclude Musso – così sarà”.