Genova. “No alle pista ciclabili a Genova d’intralcio alla viabilità ordinaria”: e’ questo il titolo del gruppo Facebook al quale stanno aderendo centinaia di genovesi. In soli 4 giorni infatti sono già più di mille gli aderenti al gruppo ed all’iniziativa sorta due settimane fa con un gruppo privato più specifico “No alla pista ciclabile di Corso Italia” ma che con l’espandersi ad altri quartieri “di questa campagna improvvisa ed imposta da parte della giunta e del sindaco Bucci, ha portato ad allargare il discorso”.
Il questo gruppo, ideato da Giacomo Puppo, si definisce apolitico e trasversale, e “assolutamente rispettoso di chi ama l’utilizzo della bicicletta, ma che vuole radunare tutti i cittadini genovesi contrari ad una scelta ritenuta scellerata: la creazione (a partire da Corso Italia) di piste ciclabili che vanno a compromettere ed intralciare irreparabilmente la già precaria viabilità cittadina”.
“L’obiettivo del gruppo è quello di far valere i propri diritti, quali utilizzatori principali delle strade – si legge nel comunicato stampa di divulgazione – potendo in primis dialogare con le istituzioni, ma se necessario, combattendo legalmente non solo la questione delle piste ciclabili, ma tutti quei provvedimenti che vanno contro la ragionevole scorrevolezza della viabilità cittadina, (vedi la follia dei 30 km/h) ed il nostro diritto all’utilizzo dei mezzi privati”.
“Io personalmente non ho nulla contro questa giunta ed il suo sindaco – spiega Giacomo Puppo – ma sono radicalmente contrario a questa scelta e politica che ci è stata imposta con arroganza ed improvvisamente. Accetto il fatto che sia sperimentale; accetto anche il tentativo; non mi pongo come interlocutore ottuso ed ancorato al “NO” preventivo, ma vorrei che si ragionasse da entrambi i lati, vorrei ricevere lo stesso atteggiamento, vedendo gli autori dei provvedimenti riflettere sugli effetti delle loro scelte senza procedere per partito preso o per idealismi distanti dalla verità. A tale scopo, ho scritto personalmente 15 motivazioni concrete, tangibili, legate alla realtà per le quali il sindaco e la giunta dovrebbero ragionare sul loro progetto, facendo magari un passo indietro e coinvolgendo i principali utilizzatori delle strade, che non sono affatto bikers e runners, ma sono il traffico privato e l’AMT. Non si può agire nell’interesse di pochissimi, a danno del 95% degli utilizzatori.”