Genova. In Castelletto si può percorrere la stessa mattonata, quella di salita delle Battistine, che il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche ha percorso, tutti giorni, per rincasare durante il suo periodo genovese. Ma questo non tutti lo sanno. Così, il consigliere municipale del Centro Est Alberto Cattaneo e gli avvocati Filippo Biolé e Giulio Montalcini si sono fatti promotori, con il supporto dello storico Carlo Picasso, di un’iniziativa per apporre una targa all’esterno di quella che fu l’abitazione di Nietzsche in salita delle Battistine al civico 8, interno 6.
La proposta è stata ampliata anche all’adiacente villetta Di Negro, dove il marchese e mecenate genovese Gian Carlo Di Negro ospitava, tra gli altri, i più grandi letterati inglesi dell’Ottocento, come Lord Byron, Charles Dickens e Mary Shelley. Oggi, vicino all’ingresso alto della villetta in via Martin Piaggio, vi è una targa dove, oltre a un cenno biografico di Di Negro, si leggono le varietà di piante che si possono osservare nel parco, ma non i nomi dei grandi letterati che sono passati di lì. La targa è soltanto in italiano, rendendola incomprensibile ai turisti stranieri.
La mozione dei tre giovani è già passata all’unanimità al vaglio del consiglio del Municipio Centro-Est. Sarà Il consiglio comunale ad avere l’ultima parola sulla fattibilità del progetto.
“L’idea è nata intorno a un aperitivo tra giovani in cui il consigliere Cattaneo mi parlava del suo progetto di riqualificazione delle creuze cittadine. Io gli ho detto: ‘Ma lo sai che in salita delle Battistine c’è la casa dove ha vissuto per lungo tempo Nietzsche? E lo sai che nell’Ottocento villetta Di Negro era tappa e luogo d’ispirazione per i più grandi letterati del tempo della cultura occidentale? Lui non lo sapeva, come tanti, e abbiamo deciso che questo potenziale della città non poteva rimanere inespresso ancora per molto tempo”, racconta Montalcini. Anche lui conobbe questa storia in maniera del tutto casuale, tra i banchi della scuola media Bertani Ruffini, che si trova proprio in salita delle Battistine, quando a raccontargliela fu la sua professoressa d’italiano.
“Lì vi soggiornò negli anni ’80 del XIX secolo un illustre forestiero, pur debilitato da una spaventosa malattia neurologica, Friedrich Nietzsche, che amò Genova come se lì vi fosse nato, e non mancò di omaggiarne la bellezza in numerosi suoi scritti. Nel suo soggiorno in Liguria trasse ispirazione per alcune delle sue opere più note, l’’Aurora’ e il ‘Così parlò Zarathustra’”, si legge nel documento dello storico Carlo Picasso, in appendice alla mozione.
Un contesto diverso da quello dell’inizio dello stesso secolo in cui vi era “una città fortemente provata dai lunghi conflitti internazionali. La Repubblica era stata spazzata via dai capricci delle grandi potenze europee. Nonostante ciò l’aristocrazia genovese aveva tutt’altro che rinunciato all’antica vocazione per il mecenatismo, in particolare il marchese Gian Carlo Di Negro si era distinto per la sua vocazione letteraria”, continua così il documento firmato dallo storico.
Villetta Di Negro divenne dunque luogo d’incontro non solo di personaggi illustri, concittadini del marchese, come il musicista Niccolò Paganini e di letterati inglesi, ma anche di papi, dei Savoia, di scrittori italiani come Alessandro Manzoni e francesi come Stendhal. “Non capisco perché – conclude Montalcini – in una città di marinai, di incontri, come è Genova, non si sia mai dato atto del passaggio delle più grandi personalità dell’Ottocento”.