Epic fail di massa

Laghetti e monti affollati come riviere: quando la “movida” trasloca sui sentieri fotogallery

Migliaia di persone all'assalto dell'entroterra per sfuggire all'affollamento delle spiagge

Genova. Nell’ultimo giorno di chiusura tra regioni, genovesi e liguri scelgono i monti per trascorre qualche ora di relax, rifuggendo le spiagge, dove il contigentamento delle presenze rende tutto meno che appetibile. Almeno queste le belle intenzioni.

L’effetto, difatti,  è il contrario, quando, per la famigerata “legge di Murphy”, l’intuizione geniale diventa la pensata di tanti: e quindi, per gli avventurieri del “wild entroterra”, ecco che, salendo sui monti,  curva dopo curva, si viene assaliti dalla temuta sindrome da riviera, quella che ti assale quando ti rendi conto che il parcheggio giusto è quello che hai appena superato e andando avanti sarà solo peggio.

E poi lo spettacolo che non ti aspetti: sentieri gremitì con escursionisti costretti a camminare “in fila” sui sentieri, per poi doversi contendere qualche centimentro libero nei dintorni di torrenti e laghetti; il tutto mentre dalle spiagge, (se non tutte almeno una buona parte), arrivano le foto di persone tranquillamente distese sull’arenile, in alcuni casi in solitudine.

recco spaiggia deserta

Epicentro di questa “rivoluzione balneare” il Beigua, montagna sacra per gli antichi liguri, che forse mai come oggi ha accolto frotte di genovesi e savonesi intenti a scorpire o riscoprire le bellezze di questi luoghi magici, in folta compagnia. Addirittura i carabinieri sono stati costretti ad intervenire per fermare il flusso incessante di persone, provando ad invertirne la rotta di decine di escursionisti.

Beigua affollamento

Immagini e situazione che contrastano con i litorali assolutamente “vivibili” in una giornata che in tempo normali avrebbe fatto il tutto esaurito: una Recco praticamente deserta ha accolto i suoi sparuti visitatori, in imbarazzo per la facilità di parcheggio. Bagnasciuga quasi vuoti, e ristoranti con tavoli liberi. Certo, ci sono spiagge che hanno fatto il pienone facile grazie ai contigentamento, come Vesima e Quinto, ma tutti sappiamo che il “carnaio alla ligure” è altra cosa.

La breve estate dei liguri soli con la propria Liguria domani terminerà, con la riapertura della circolazione su tutto il territorio nazionale: a qualcuno farà scaturire il solito mugugno, ma a molti porterà ristoro economico. Sicuramente però, tutto ciò ci lascerà almeno un monito, spontaneo e coerente, e inciso nel nostro dna: “Belin, ghe senpre quarchedùn inti pê”.

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