Genova. A seguito dell’incidente di ieri pomeriggio presso l’impianto di stoccaggio di idrocarburi della Sigemi a San Quirico, sono scattate le verifiche sull’impianto per capire l’origine del guasto e per valutare l’eventuale danno ambientale. Dopo i campionamenti presi nel greto del Polcevera a monte e a valle del guasto, oggi, sul posto, tecnici di Arpal e agenti della polizia locale specializzati in interventi ambientali stanno proseguendo le indagini per acquisire maggiori dati sulla dinamica dell’incidente.
In attesa dell’esito del campionamenti, però, c’è un dato che emerge dalla documentazione relativa all’impianto che solleva dei dubbi. E non pochi. Sul piano di emergenza esterno, il documento redatto da prefettura insieme al comitato tecnico regionale per la gestione delle emergenze legate agli impianti a rischio di incidente rilevante, categoria a cui appartengono depositi della Sigemi, il Polvecera è indicato come a distanza di “circa 200 metri”, mentre nella realtà a separare una buona parte dello stabilimento e il torrente c’è solo una strada a due corsie, per una larghezza di circa 12 metri.
La valvola da cui ieri oltre 500 litri di gasolio, seppure nebulizzato, hanno prima inondato la via Semini e poi raggiunto il greto del Polcevera, infatti, è distante circa 25 metri dal letto del torrente. Una prossimità palesemente costatabile ad occhio nudo, e dimostrata dalle foto e dai video che abbiamo pubblicato ieri su Genova24, verificata anche dagli strumenti di misura di Google Maps.
Il piano di emergenza esterno che contiene questo dato è facilmente consultabile sul sito della prefettura di Genova ed è stato pubblicato nel maggio del 2019, dopo una recente revisione. Quindi valido e vigente. Abbiamo provato a contattare, senza esito, la ditta Sigemi, per provare a capire da dove nasce il dato dei 200 metri: come è noto i Pee vengono redatti anche sulla base delle informazioni messe a disposizione dai titolari dell’impianto stesso, che sono tenuti ad redigere (aggiornando al massimo ogni tre anni) i piani di emergenza interni. I dubbi, quindi, sono molteplici: come sono calcolate queste misure? Che dati riporta il Pei? In fase di redazione del Pee, come vengono controllati questi dati? Quante di queste misure, quanti di questi “circa”, sono presenti nei Pee dei diversi impianti a rischio di incidente rilevante della nostra città? Insomma, ci possiamo fidare?
L’incidente che ieri ha bloccato mezza città, per fortuna, è stato contenuto, soprattutto se si guarda ai 200 mila metri cubi di idrocarburi che possono essere stoccati in quei depositi; sicuramente poteva andare peggio, tenendo conto, anche e soprattutto, della pericolosità della “doccia di gasolio”, seppure nebulizzato, che molti automobilisti hanno attraversato ignari. Vaglielo a spiegare che tra un incidente e una tragedia, spesso, e solo questione di metri.