Genova. “Di lavoro si muore, di precarietà non si vive”, “Reddito incondizionato”, “Salario subito”, “Dovete darci il denaro, la crisi la paghino i padroni”, “Redistribuzione della ricchezza” ma anche “Il razzismo uccide, la rivolta libera” per una protesta che si lega anche alla stretta attualità internazionale e alle altre manifestazioni che oggi hanno avuto luogo a Genova.
Circa 300 persone, questo pomeriggio, hanno manifestato in piazza Della Vittoria, simbolicamente sotto la sede dell’Inps. Si trattava di diverse associazioni, sigle sindacali, centri sociali che però hanno scelto di firmarsi semplicemente “lavoratrici e lavoratori uniti”. Manifestazione con mascherina, distanziamento e tanti striscioni per chiedere che il lavoro contempli maggiori diritti, anche a livello economico, specialmente per quelle categorie oggi che di soldi e diritti ne hanno ancora troppo pochi.
Non a caso in piazza Della Vittoria si sono visti i protagonisti di tante vertenze raccontate nei mesi passati anche su queste pagine: dagli scaffalisti ai rider, dai precari della scuola a quelli della sanità, i lavoratori dello spettacolo, gli interinali, i disoccupati e anche alcuni studenti che, mercoledì 10, torneranno a manifestare.
Quello di oggi è stato anche un primo appuntamento per tutte queste diverse anime per unirsi e fare massa critica e pensare a una sorta di vertenza cittadina unitaria. “Un’iniziativa ricompositiva rispetto alle tante iniziative che hanno portato le persone in piazza in queste settimane, tutte legate a specifiche vertenze. Abbiamo scelto gli uffici dell’Inps come luogo simbolico visto che uno dei problemi principali è proprio l’enorme ritardo nel pagamento degli ammortizzatori sociali”, spiegano gli organizzatori.
Tra i temi affrontati anche i ritardi e le modalità organizzative nell’assegnazione di cassa integrazione e assegni Inps in questo periodo di emergenza pandemica, senza dimenticare che a metà agosto scadrà lo stop ai licenziamenti voluto dal governo.