Genova. Chiede un incontro con il prefetto di Genova Carmen Perrotta il comitato Autostrade Chiare e dopo il lockdown è pronto di nuovo a scendere in piazza. Sulla pagina facebook del comitato, che ha superato i 63 mila iscritti, si susseguono senza soluzione di continuità le immagini della situazione drammatica delle autostrade della Liguria e i racconti altrettanto drammatici delle lunghe ore passate sulla A10, sulla A12, sulla A26 o sulla A7 per percorrere magari una cinquantina di km.
Il comitato, che aveva dato vita a una prima manifestazione a febbraio in piazza De Ferrari, aveva sospeso ogni tipo di iniziativa a causa del lockdown, che fra l’altro aveva reso le autostrade pressoché deserte per mesi. La situazione attuale invece è tornata quella pesantissima di dicembre con migliaia di utenti condannati a code infinite a causa dei cantieri.
Per questo il comitato giovedì 2 luglio ha deciso di incontrarsi per pensare alle prossime iniziative: sarà un incontro ‘de visu’ per un gruppo ristretto ma anche in streaming per consentire a più persone possibili di partecipare. All’ordine del giorno della riunione la situazione attuale circa la viabilità, le opzioni al vaglio per una manifestazione di protesa e le possibili azioni legali.
Si torna a parlare di class action anche se la strada sembra difficilmente percorribile in concreto: “Abbiamo consultato pro bono uno dei maggiori studi civilistici del Paese con sede a Torino – spiega Luca Ternavasio, uno dei fondatori del comitato – e ci sono due problemi: da un lato per una class action occorre un danno omogeneo, cioè io non posso chiedere i danni perché non sono arrivato in tempo al lavoro insieme a qualcuno che tornava dalle ferie per fare un esempio. In secondo luogo mettere insieme decine di migliaia di utenti che hanno subito danni di lieve entità dal punto di vista civilistico è probabilmente troppo costoso per uno studio legale. Comunque su questo tema abbiamo alcuni avvocati dentro al comitato che sono disposti a fare una parte di lavoro”.
Anche lo sciopero del pedaggio, una delle misure che molti nel gruppo vorrebbero attuare è una strada non esente da rischi: “Se non pago il pedaggio resto in debito con lo Stato, non con Autostrade per cui mi ritrovo il debito in una cartella esattoriale come se non avessi pagato le tasse”.
Che cosa fare allora? “La fantasia non ci manca – commenta Ternavasio – ma ci siamo fermati in attesa di ottenere un incontro con il Prefetto, ma abbiamo inviato la richiesta il 26 giugno e ancora non abbiamo avuto alcun riscontro. Sappiamo che la situazione difficilmente si risolverà a breve perché la condizione di quelle gallerie in base a quello che risulta a noi è davvero pessima”.
Intanto però il comitato si fa e fa alle istituzioni alcune domande. La prima riguarda il mancato commissariamento di Aspi: “Un conto è la concessione ma Aspi è chiaramente inadempiente quindi lo Stato dovrebbe commissariarla in modo che gli utili che percepisce sulle altre tratte vengano utilizzati per mettere a posto il disastro delle autostrade liguri” dice Ternavasio che pone anche un’altra domanda al Mit: “Ma come è possibile che il ministero abbia affidato i controlli a una sola persona e non a un team di ingegneri? Non siamo parlando di un incidente stradale dove l’assicurazione manda un perito a valutare il danno eppure il ministero impiega lo stesso numero di risorse – dice in riferimento al perito Placido Miglliorino – come fosse un sinistro qualsiasi”.
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