Lettera al direttore

La lettera

I no vax liguri scrivono a Toti e Viale: “No al vaccino antinfluenzale obbligatorio”

Genova. E’ firmata da circa 2 mila liguri la lettera indirizzata al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e all’assessore Sonia Viale per esprimere il “totale dissenso all’introduzione dell’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per qualunque categoria e fascia di età, così come per ogni altro trattamento invasivo di profilassi”.

I no vax chiedono che “sia pienamente rispettato il diritto di ogni cittadino al consenso informato, libero e incondizionato alla vaccinazione, che sia garantita piena integrazione sociale di chi sceglie di non aderire alla profilassi farmacologica e che sia data piena giustizia a chi ha subito danni da vaccino”.

Ecco il testo integrale della lettera:

La minaccia che venga reso obbligatorio il vaccino antinfluenzale per gli over 60-65 ma anche per altre categorie e fasce di età è reale.

Tutti, infatti, sono a conoscenza della richiesta dell’Assessore di un intervento in merito da parte del Governo; è nota altresì la mozione presentata dall’On. Gelmini lo scorso 14 maggio
per introdurre l’obbligo per tutte le categorie a cui oggi è raccomandata tale vaccinazione attraverso l’ampliamento delle categorie a rischio e delle fasce di età. È altrettanto nota
l’Ordinanza della Regione Lazio. “Vaccinare i bambini dai 6 mesi ai 14 anni” è l’appello lanciato dalla Società Italiana di Medici Pediatri.

È indubbio che l’“emergenza” abbia favorito l’accettazione di disposizioni sempre più lesive dei diritti e delle libertà; tuttavia è irricevibile e ingiustificata l’introduzione di un nuovo obbligo vaccinale che colpirebbe oltretutto individui vulnerabili, quando andrebbero al più presto aboliti quelli già in essere. Lo è ancora di più per la dubbia efficacia di questa profilassi, alla luce dei report annuali che indicano chiaramente come i preparati vaccinali siano grandemente inefficaci verso la varietà di nuove sindromi influenzali presenti ogni stagione.

Oggi non è più possibile ignorare la consapevolezza maturata da una buona parte della cittadinanza. In particolare, negli ultimi mesi, la narrativa che sta accompagnando le fasi dell’”emergenza”, ci rivela un quadro sempre più cristallino delle dinamiche che sottendono la governance pubblica. Questo è il tempo non solo di dare piena attuazione alla nostra Carta Costituzionale, ma anche di restituire alla società civile la dignità umana nella sua pienezza.
L’inarrestabile evoluzione scientifica e tecnologica a cui assistiamo come spettatori e mai come portatori di interesse, ci rende sempre più fragili ed esposti a decisioni che non sono
quasi mai il frutto di un percorso politico virtuoso, ma sempre più un’imposizione, un dogma fondato sulla inarrivabile potestà scientifica, come fosse una nuova religione obbligatoria a cui
ogni essere umano deve sottostare, al di là del bene e del male.
In un simile scenario, il primo dovere della politica è quello di operare con la massima cautela, adeguando le sue scelte al principio di precauzione, ispirandole ai più elevati principi morali.
Oggi, invece, ci troviamo a fronteggiare queste sfide in un contesto privo di dibattito, privo di governance, privo di ogni responsabilità politica e con gravi carenze sotto il profilo giuridico e giurisdizionale. Il ricorso a discutibili alleanze fra pubblico e privato, spesso in palese conflitto di interessi, mina irrimediabilmente la fiducia dei cittadini e testimonia il fallimento della politica e la sua incompetenza.

L’esempio lampante è quello della Salute Pubblica: la strada intrapresa verso la mercificazione, la medicalizzazione, la coercizione, la massificazione e la globalizzazione, allontana sempre di più la persona dal dominio a cui appartiene costituzionalmente – il dominio dei diritti umani – delineando un inarrestabile declino delle istituzioni poste a sua tutela, da quelle nazionali a quelle internazionali. Non dimentichiamoci, oltretutto, che sul tema della vaccinazione di massa vi sono medici, scienziati, ricercatori, autorevoli esponenti del mondo accademico a livello internazionale, associazioni e ordini professionali che si esprimono criticamente, ma che vengono
sistematicamente tacitati da un sistema di comunicazione di massa che censura ogni forma di dissenso e di critica, meccanismi fondanti la vera scienza a servizio dell’umanità. La politica non può abdicare al suo ruolo, non è al servizio del mercato, né tantomeno agisce sotto dettatura di una scienza riduzionista e priva del suo cuore pulsante, ovvero il libero confronto.
Ci rivolgiamo a Voi che siete i nostri amministratori di riferimento sul territorio: esprimiamo il nostro totale dissenso all’introduzione dell’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per qualunque categoria e fascia di età, così come per ogni altro trattamento invasivo di profilassi. Chiediamo che nella nostra Regione e nel nostro Paese sia pienamente rispettato il diritto di ogni cittadino al CONSENSO INFORMATO, LIBERO E INCONDIZIONATO alla vaccinazione, che sia garantita piena integrazione sociale di chi sceglie di non aderire alla profilassi farmacologica e che sia data piena giustizia a chi ha subito danni da vaccino.

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