Genova. “Una scelta profondamente sbagliata nel contenuto e nel metodo”. È la valutazione del PD Genova, del PD Liguria e dei gruppi consiliari PD in Regione, Comune e Municipi riguardo al “progetto Filobus”, per il quale il Comune ha richiesto al MIT un ingente finanziamento.
Con una lettera indirizzata al sindaco Marco Bucci e per conoscenza al MIT, il Partito Democratico esprime in maniera strutturata e con ampie argomentazioni il proprio dissenso riguardo a un progetto che l’amministrazione ha fatto conoscere ai cittadini soltanto dopo la prima bocciatura del Ministero, ad un anno e mezzo dalla richiesta di finanziamento e dopo innumerevoli sollecitazioni, dimostrando ancora una volta mancanza di trasparenza e condivisione riguardo alle proprie scelte con le associazioni, gli abitanti, i Municipi.
“La scelta del filobus vede Genova in controtendenza rispetto a tutte le altre grandi città europee sopra i 500mila abitanti, puntando su assi di forza su gomma (filobus) anziché su ferro (tram e metropolitane): infatti in Europa il tram è il veicolo di riqualificazioni urbane imponenti che hanno cambiato e cambiano anche il volto di molte città – dicono dal Pd – a fronte di un beneficio meno che nullo, con l’attivazione del filobus sui territori andrebbero a ricadere interventi importanti e massivi, tra cui, e solo alcuni minimi esempi, cancellazione di linee di tpl esistenti, riassetti stradali, significativa perdita di posti auto, istituzione di nuove zone ZTL e creazioni di interferenze che limiterebbero fortemente la mobilità privata”.
“Abbiamo scritto al Sindaco perché non condividiamo il progetto e la scelta di mobilità dell’amministrazione – interviene Simone Barbagallo, responsabile Territorio PD Genova – . Lo diciamo da tempo, in tutte le sedi istituzionali (consigli municipali, comunali, metropolitani e regionali) e manifestazioni pubbliche”.
Il Partito Democratico, nella sua lettera al sindaco, segnala “macroscopici errori del progetto” e, tra questi: “vuoto intermodale” in quanto non si tiene minimamente conto delle nuove infrastrutture che si stanno realizzando e perpetuando un difetto pianificatorio e regolatorio che vede, nel nodo di Genova, il vettore ferroviario e il vettore su gomma contendersi l’utenza anziché integrarsi; emerge un taglio alle attuali linee complessivo di circa un milione di km; l’asse di forza di ponente taglia fuori completamente la delegazione voltrese, che a seguito dei lavori previsti sulla nuova stazione, rimarrebbe completamente scoperta nel nuovo progetto di TPL;
“Inoltre lo studio trasportistico, basandosi solo sulla rilevazione delle utenze del servizio pubblico, trascura il notevole flusso di auto e moto private che si spostano in città e da e verso la città metropolitana – dicono i Dem – Quest’ultimo dovrebbe invece costituire l’obiettivo di un sistema di trasporto pubblico veloce ed efficiente: catturare l’utenza privata. A tal proposito sarebbe invece utile utilizzare la tecnica di rilevazione degli spostamenti dei cellulare durante la giornata, in utilizzo nelle principali città europee e per le stime di traffico sulla metro a seguito del crollo del ponte Morandi”.