Genova. Lo ha detto anche il premier Conte ieri sera: “Il virus non è sparito e non si può abbassare la guardia”. Non si può fare in Italia e non si può fare in Liguria e in altre regioni dove i dati sono ancora troppo poco confortanti secondo gli analisti della Fondazione Gimbe, un ente di ricerca indipendente che più volte ha stigmatizzato la gestione dell’emergenza nella nostra regione (tanto che il presidente Toti ha parlato di querelarla).
L’ultimo dossier della Fondazione Gimbe è concentrato sulle falle del sistema delle 3T, testing, tracing e treating e su come queste potrebbero rendere poco utile – “una scatola vuota”, la definiscono – la app Immuni. Ma tra i punti affrontati c’è anche quello dei valori di rischio e incidenza del virus nelle varie regioni. E ancora una volta la Liguria non esce bene dal tipo di analisi dei dati predisposta dal think tank.
Il monitoraggio è relativo al periodo tra il 18 e il 3 giugno. “Anche se i numeri dell’epidemia ci dicono che i contagi sono in diminuzione e i morti sono sempre meno, i rischi non vanno sottovalutati”. Gimbe sottolinea come la percentuale di tamponi diagnostici positivi sia ancora elevata in molti territori, e in particolare in quattro Regioni, dove la media rilevata tra il 18 maggio e il 3 giugno continua ad essere più elevata di quella nazionale. La Liguria è la Regione con il maggior tasso di tamponi diagnostici positivi. Se la media nazionale è all’1,48%, in Liguria questa arriva al 4,3%. Troviamo poi la Lombardia con il 3,83% e il Piemonte con il 2,69%. Anche l’Emilia Romagna è al di sopra della media nazionale con l’1,59% .
Più volte Alisa e la Regione hanno spiegato questo tipo di dato ricordando che i tamponi effettuati sono, in Liguria, molto “mirati” su casi a rischio e quindi è probabile che un tampone effettuato risulti poi positivo.
Ma anche per quanto riguarda l’incidenza di nuovi casi ogni 100 mila abitanti, la Liguria si trova tra le prime tre regioni in Italia, nettamente al di sopra della media nazione (13): Lombardia (44), Liguria (36) e Piemonte (26). La fondazione Gimbe sottolinea che in questi territori c’è una propensione all’esecuzione di tamponi diagnostici al di sopra della media nazionale (891), ma non in Liguria (840).
Infine dalla fondazione rilevano come, a fronte di una diminuzione del 6% (media nazionale) dei tamponi molte regioni, tra cui la Liguria, stiano di contro portando avanti screening sierologici. “Manca però un monitoraggio nazionale e una policy univoca tra i territori”.