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“Fiumi di denaro per le imprese, ai lavoratori solo le briciole”: sabato protesta sotto la sede Inps

Luogo simbolico scelto per i forti ritardi nel pagamento degli ammortizzatori sociali, da cui molti tuttavia restano esclusi

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Genova. “Dovete darci il denaro!” recita il manifesto che invita alla protesta sotto la sede dell’Inps di piazza della Vittoria i cui uffici sono – come si legge su un laconico cartello appeso alla porta ‘chiusi fino a data da destinarsi’. L’appuntamento è per sabato 6 giugno alle 15.30.

A convocare la manifestazione di protesta sono diverse sigle e associazioni che hanno scelto di firmarsi semplicemente “lavoratori e lavoratori unite”. “Quella di sabato – spiega Luca Daminelli, operatore sociale – vuole essere un’iniziativa ricompositiva rispetto alle tante iniziative che hanno portato le persone in piazza in queste settimane, tutte legate a specifiche vertenze. Abbiamo scelto gli uffici dell’Inps come luogo simbolico visto che uno dei problemi principali è proprio l’enorme ritardo nel pagamento degli ammortizzatori sociali”.

Ma non è l’unico problema: “Da un lato c’è un ritardo nel pagamento degli ammortizzatori, dall’altro la necessità per una volta che i soldi sembrano esserci dopo decenni di austerity che vengano utilizzati per chi non ha reddito perché se le grandi imprese appena battono cassa sono accontentate ai lavoratori o a chi il lavoro l’ha perso arrivano solo briciole”. Un esempio sono i cosiddetti buoni spesa: “A Genova il Comune ha dovuto chiedere contributi ai privati perché le risorse erano e sono assolutamente insufficienti – spiega Alessio Cazzola, lavoratore della ristorazione in cassa – così come al reddito di emergenza non solo non poteva accedere chi aveva già il reddito di cittadinanza, e parliamo proprio delle categorie che hanno maggiori difficoltà ma la durata di soli due mesi è assolutamente insufficiente rispetto alla necessità di milioni di persone di arrivare a fine mese”.

E il peggio deve ancora arrivare, visto che a metà agosto scadrà lo stop ai licenziamenti voluto dal Governo: “Sì ma anche in questa fase, nonostante lo stop ai licenziamenti ci sono molti lavoratori a termine a cui per la crisi i contratti non sono stati rinnovati – ricorda Martino Puppo, sindacalista – o appalti scaduti che non sono stati nuovamente affidati mentre nel frattempo questi lavoratori non hanno ricevuto nessun aiuto per gli affitti o le bollette e molti non riescono ad arrivare a fine mese”.

Tra le misure contestate “la scelta di sgravare dell’Irap tutte le aziende anche quelle che i profitti hanno continuato a farli – conclude Rosanna Aluigi, pensionata – mentre la crisi viene scaricata su lavoratori e pensionati”.

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