Genova. Una lettera per spingere il Pums genovese (Piano urbano della mobilità sostenibile), perorando la “causa” del filobus.
Le segreterie provinciali di Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal hanno scritto al ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e per conoscenza al sottosegretario per le Infrastrutture e i trasporti Roberto Traversi e ai capigruppo in consiglio comunale di Genova.
“La sostituzione dei mezzi termici (i bus) con mezzi interamente elettrici – si legge nel documento – genererà certamente un miglioramento delle condizioni ambientali di Genova; auspichiamo che il loro impiego sia fortemente orientato alla sede protetta e alla priorità semaforica, aumentando così la velocità commerciale, e quindi l’attrattività, inducendo un numero maggiore di cittadini a scegliere il trasporto pubblico come a suo tempo avvenne – oramai quasi 30 anni fa – con la realizzazione della Busvia lungo l’asse di corso Europa”.
Per i sindacati occorre accelerare anche alla luce dei problemi sulle autostrade: “È indubbio come un finanziamento di tale entità rappresenti un’occasione per il rilancio del Tpl infatti, già da se, la sola previsione della creazione dei 4 assi di forza (Levante, Centro, Ponente, Val Bisagno) produrrebbe un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del Tpl, attraverso tempi di spostamento più rapidi, mentre il rinnovo del parco mezzi ridurrebbe il fattore inquinamento in quanto per gli stessi è prevista la trazione elettrica”.
Le sigle che rappresentano i lavoratori del trasporto pubblico dicono basta alla diatriba tram-filobus: “Non è possibile riaprire la discussione di un così importante progetto, riattivando la diatriba tra i sostenitori del tram e quelli del filobus, ognuno dei quali con le proprie concrete teorie a sostegno. La discussione e il confronto, anche duro, sono il sale della democrazia ma alla fine occorre prendere una decisione; la città ha bisogno di importanti interventi che ne consentano uno sviluppo e una sostenibilità ambientale, sia di breve che di lungo periodo, che sicuramente l’inerzia non produrrà. La mancanza di scelta è l’aspetto che a noi preoccupano di più”.