Proposte

Fase 3, le proposte del Gruppo Giovani Riuniti di Genova per il rilancio dell’economia

"Occorre pensare ad un futuro sostenibile, incentivando green, blue e digital economy"

Generica

Genova. Il Gruppo Giovani Riuniti di Genova presenta le sue proposte e priorità alle istituzioni per superare la crisi economica e sociale causata dal lockdown. «Innanzitutto – scrivono i ragazzi del Ggr, espressione dei “gruppi giovani” delle diverse associazioni di categoria operanti sul territorio – va garantita la filiera di approvvigionamento dei dispositivi di protezione, per consentire agli operatori della sanità di lavorare in sicurezza e tutelare l’operatività delle aziende. Questa, naturalmente, è la condizione indispensabile a poter pensare di ripartire».

«Ragionando sul lungo periodo – proseguono i giovani genovesi – giudichiamo fondamentale investire sulla formazione dei medici di domani, finanziando un numero adeguato di borse di studio per la formazione in medicina generale e specialistica, affinché il nostro Sistema sanitario non solo sappia fare fronte a nuove possibili emergenze di qualsiasi natura ma, soprattutto, garantisca sempre ai propri cittadini elevati standard di assistenza.

«Allo stesso modo, serve una pianificazione di lungo periodo per l’economia regionale, per la quale è necessario un cambio di prospettive e di logiche, anche politiche, che devono necessariamente mirare lontano. E guardare lontano significa, prima di tutto, pensare ad un futuro sostenibile, incentivando green, blue e digital economy mediante l’azzeramento dell’Irap per i primi cinque anni, e un’aliquota agevolata per i successivi, alle imprese liguri di questo settore e a quante decideranno di spostare la propria sede e la produzione nella nostra regione.

«E ancora: attivare l’ecobonus per acquisto di mezzi elettrici anche per le imprese ed i professionisti, come già fatto dalla Regione Piemonte nel 2019, e puntare sulla creazione di percorsi ciclabili permanenti e sostenibili, sia per gli spostamenti individuali che per i progetti di sharing mobility, senza tralasciare, naturalmente, il potenziamento del trasporto pubblico locale.

«Approfittando di un momento storico forse irripetibile, che consente un allentamento dei vincoli europei fino ad oggi impensabile, vanno introdotte Zone logistiche speciali che consentano risparmi fiscali ingenti, utilizzabili per favorire l’occupazione del territorio. Risorse ingenti andranno investite anche sulle nuove infrastrutture, materiali e immateriali, a partire da quelle già immediatamente cantierabili e da quelle a sostegno della digitalizzazione e della creazione delle “server farm”, utilizzando gli ampi spazi già sgombri o abbandonati nelle periferie delle nostre città.

« L’offerta turistica e culturale andrà ripensata, in modo da rendere il territorio appetibile per tutto l’anno e distribuire i flussi in maniera più omogenea sui dodici mesi. E parlando di futuro, non si può prescindere dai bambini, che la pandemia ha privato dalla scuola nella sua fruizione quotidiana, a contatto degli insegnanti e degli altri compagni. Una situazione da considerarsi eccezionale e non più ripetibile, perché le sue conseguenze sociali potrebbero essere gravi quanto quelle della crisi economica, se non di più: i mesi estivi vengano quindi sfruttati per operare un’adeguata pianificazione delle necessità in termini di spazio ed organico in modo da tornare alla normalità in tempo per la ripresa del nuovo anno scolastico».

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