
Genova. Da più di un mese sono al centro del dibattito pubblico sulla mobilità. Per chiederne l’eliminazione sono sorti appositi gruppi Facebook e promotori di agguerrite raccolte firme da consegnare al sindaco Marco Bucci. Le piste ciclabili d’emergenza – create a Genova per incoraggiare l’uso di bici e monopattini come alternative ad auto, moto e mezzi pubblici sovraffollati – sono sempre nel mirino anche dopo le “correzioni” alle lacune che avevano fatto storcere il naso agli utenti della strada nelle prime settimane.
La prima notizia, che non farà piacere ai detrattori, è che il percorso ciclabile arriverà davvero a Sampierdarena nonostante i ritardi rispetto alle previsioni iniziali. Il Comune l’ha già “istituita” con una serie di ordinanze che riguardano via Sampierdarena, un tratto di via Buranello, ma anche via Operai e via Antica Fiumara che serviranno per il collegamento al parco commerciale, in un primo momento escluso dal progetto.
Per completare questo tratto, di fatto solo una serie di strisce di vernice sull’asfalto, bisognerà tuttavia attendere che Aster termini i lavori per allargare il marciapiede di via Milano dove passerà una vera pista strutturale, cioè separata dalla carreggiata, che rappresenterà il prolungamento naturale di quella di via Buozzi.
Nel frattempo però sono apparse altre novità che hanno alimentato le perplessità dei contrari. Per questo abbiamo deciso di raccogliere i “falsi miti” o gli aspetti meno chiari sulle ciclabili d’emergenza, cercando di spiegarli. Per farlo abbiamo chiesto una mano a Romolo Solari, presidente dell’associazione Fiab Genova che raduna molti cicloamatori.
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