Genova. E’ partito da piazza Alimonda dietro l’unico grande striscione di Genova Antifascista il corteo, organizzato dall’omonimo collettivo, per ricordare i fatti del 30 giugno 1960.
Al centro di piazza Alimonda è stato aperto uno striscione con scritto ‘chiudere i covi fascisti’ mentre la targa piazza Alimonda è stata coperta con un foglio e rinominata piazza Carlo Giuliani.
Nel corso della manifestazione altre vie sono state rinominate con la stessa tecnica, da “piazza Vittime dello Stato” a “via Toti e Bucci da Genova, subito” a via Vittime dei tagli alla sanità”. Via XX Settembre invece si è trasformata in “via Martina Rossi“, la ragazza di 20 anni morta a Maiorca i cui presunti violentatori sono stati assolti in secondo grado. In corteo come ogni anno c’era il papà Bruno, storico militante antifascista, attivista del Collettivo autonomo lavoratori portuali, non poteva mancare all’appuntamento neppure in un momento così doloroso.

Rinominato con un grande striscione anche l’Inps, diventato ‘istituto nazionale di povertà sociale’. Via Cadorna proprio di fronte all’istituto di previdenza è stata invece dedicata a Lorenzo Orso Orsetti, ucciso in Siria mentre combatteva contro l’Isis.
Il corteo, a cui ha partecipato un migliaio di persone ha poi raggiunto piazza De Ferrari.
Il corteo si è svolto senza momenti di tensione. Sotto il ponte monumentale uno striscione ha saluto lo storico militante Arcadio Nacini scomparso sabato: “Ciao Arcadio, sempre no alla Gronda”. E accanto un altro dedicato ai partigiano e un altro accanto alle lapidi dei partigiano: “Eroi della Resistenza, Genova antifascista è degna di voi”.
Sopra il ponte un grande striscione chiede l’amnistia per i reati sociali con particolare riferimento ai 60 antifascisti che rischiano il processo per gli scontri di piazza Corvetto del 23 maggio 2019, nell’ambito del corteo organizzato per impedire il comizio del partito di estrema destra Casapound.
L’arrivo in piazza De Ferrari è stato accompagnato come da tradizione con i fumogeni rossi, in sottofondo la canzone del Maggio di Fabrizio De André. Poi ancora striscioni ironici contro Comune e Regione: “Ucci, ucci sento odor di Toti e Bucci” e infine la polemica sul nuovo ponte: “Più che un ponte una passerella”.