Salasso

“Cara acqua”: a Genova la bolletta costa in media 506 euro all’anno

La media regionale è di 318 euro, con il capoluogo che guida la "classifica" dei costi per famiglia

rubinetto acqua

Genova. 380 euro: questa la cifra spesa nel 2019 da una famiglia ligure per la bolletta idrica (434 euro la media nazionale). Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con 595 annuali (+2,7% rispetto al 2018), mentre la regione più economica resta il Molise con 163 euro l’anno.

Notevoli spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: in Liguria si va dai 218 euro di Imperia ai 506 euro di Genova.

La fotografia emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). Le tariffe sono indicate rispetto ad una
famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi.

Con un uso più consapevole e razionale di acqua, che abbiamo quantizzato in 150mc invece di 192mc l’anno, una famiglia media avrebbe un risparmio medio di 115 euro circa a livello nazionale e di circa 105 euro in Liguria.

Liguria costi bolletta acqua 2019 Cittadinanza Attiva

Ad esempio, in un anno si possono risparmiare 42mc di acqua con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5mc), riparando un rubinetto (21mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico (8,2mc), chiudendo il rubinetto mentre
si lavano i denti (8,7mc). Tutto il dossier, con i dati nazionali e regione per regione, è disponibile su www.cittadinanzattiva.it.

Dipersione idrica
In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello nazionale va dispersa il 37% dell’acqua immessa, con evidenti differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni: si va dal 45% nel Sud ed isole, al 40%
al Centro e al 29% al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l’Abruzzo con il 51%. La Liguria si ferma al 38%. Le cause sono da ricercare nella vetustà delle reti e degli impianti che, soprattutto nei grandi centri urbani, sono stati realizzati da oltre 30 anni nel 60% dei casi e da oltre 50 anni nel 25%.

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