Genova. Un appello ai sindaci di tutti i Comuni della Liguria affinché si costituiscano parte civile nei processi che partiranno nei prossimi mesi nei confronti di Autostrade per l’Italia, dal primo e principale, quello per il crollo di ponte Morandi, a tutte le altre inchieste che oggi vedono indagati i vertici di Aspi e della controllata Spea per i cosiddetti falsi report sulla manutenzione di viadotti e gallerie.
A lanciarlo i comitati della Valle Stura, Orba e Leira anche alla luce delle ultime ed ennesime giornate di caos sulle autostrade liguri.
Ecco il testo dell’appello:
Dalla caduta del ponte Morandi la situazione sulle nostre autostrade non solo non è migliorata ma è addirittura peggiorata. Viviamo in un “lockdown” perenne sulla A26 e ora anche sulla A10 dove in settimana si sono registrate nelle giornate di martedì 9 giugno e di oggi due chiusure delle tratte da Genova Prà ad Aeroporto e viceversa. Per le valli Stura ed Orba addirittura le cose sono messe peggio poiché si è registrata una frana al casello di Masone che impedisce a noi cittadini di accedere alla A26 obbligandoci a percorrere il passo del Turchino per imboccare il casello di Genova Prà o a scendere verso il Piemonte per immetterci in autostrada ad Ovada. A questo aggiungiamo le frequenti chiusure
notturne in A26 per ispezioni e lavori che rendono spesso semi isolate le nostre vallate.
La sicurezza viene prima di tutto per cui ben vengano i lavori che si stanno compiendo, ma dov’era la sicurezza prima della caduta del Morandi se ora si fanno interventi che evidentemente non sono stati fatti con una programmazione seria e cadenzata negli anni precedenti? Come sono messe effettivamente le strutture delle nostre autostrade se ormai in seguito ad ispezioni, intere tratte vengono chiuse immediatamente al traffico con tempi di riapertura incerti?
Il nostro è quindi un appello a tutti i Sindaci della Liguria affinchè i comuni da loro amministrati si costituiscano parte civile nei processi contro Autostrade per l’Italia a cominciare da quello per la caduta di ponte Morandi e per quelli successivi che potrebbero aprirsi in materia di sicurezza.
Crediamo che si tratti di un obbligo morale nei confronti
delle 43 vittime del crollo e per noi cittadini che ogni giorno ci mettiamo in viaggio all’alba senza sapere quando e se si arriva a destinazione, perdendo preziose ore di lavoro e prenotazioni per visite mediche. Senza contare i pesanti danni al commercio, al turismo e d’immagine che questa situazione sta provocando. Chiediamo da ANCI Liguria una posizione chiara nel merito e la divulgazione a tutti i comuni della Liguria della nostra richiesta.