Genova. È stata annullata la chiusura dell’autostrada A10 tra Genova Aeroporto e Genova Pra’, in direzione Ponente, dove erano previste stanotte nuove ispezioni sulle gallerie. E almeno per questo lunedì mattina i genovesi non dovranno svegliarsi ancora con l’incubo del maxi ingorgo con lo stesso copione di venerdì scorso: lavori urgenti e riapertura posticipata, deviazione del traffico e Aurelia paralizzata da San Benigno a Pra’.
Tuttavia i disagi potrebbero ripresentarsi. Autostrade ha affermato in una nota che il tratto “sarà regolarmente riaperto”, ma in tardo pomeriggio è emerso che a causa dei lavori all’interno della galleria Provenzale sarà ancora attivo il bypass che poco dopo il casello dell’Aeroporto devia il traffico in direzione Ponente su una corsia della carreggiata opposta per poi rientrare sul lato monte una volta passata l’uscita di Pra’. In parole povere non sarà possibile effettuare il percorso Aeroporto-Pra‘ e quindi parte del flusso urbano si incanalerà di nuovo sulla viabilità urbana. E con una sola corsia disponibile per senso di marcia le code saranno ancora all’ordine del giorno.
Trovare una via d’uscita è lo scopo della riunione convocata per domani alle 18.30 dal ministero dei trasporti. Oltre alla Regione ci saranno Aspi, le altre due concessionarie (Salt e Autofiori), Anas e Ferrovie. “Chiederemo un piano straordinario che individui delle priorità sugli interventi – spiega l’assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone – perché quello che ci hanno presentato è totalmente incompatibile con la vita in Liguria. Il danno economico è enorme”.
Che cosa chiederanno Toti e i suoi assessori? Anzitutto una diluizione dei cantieri. “Le ispezioni sono certamente programmate, ma i lavori che seguono le ispezioni non lo sono. Se sono tutti interventi così urgenti vuol dire che quelle gallerie ci stanno cadendo sulla testa, e allora devono spiegarci perché non è stato fatto nulla negli ultimi due anni. Dire che non si possono programmare significa ammettere che la gente rischia la vita tutti i giorni”, osserva Giampedrone.
Sull’altro fronte la Regione farà pressing per tutte le forme di mobilità alternativa, specialmente i treni: l’obiettivo è portare il servizio al 100% di quanto previsto dal contratto – ancora non del tutto ripristinato dopo il periodo di lockdown – e se possibile potenziare le corse nelle fasce più critiche, in modo da incentivare l’uso del vettore su ferro anziché il mezzo privato. Ma anche le strade secondarie, soggette spesso a sensi unici alternati o addirittura chiusure totali (emblematico il caso della Valle Stura, da cui in allerta meteo è impossibile raggiungere il Piemonte se non su uno sterrato).