Genova. Trenta furti in quindici giorni, nel mese di giugno, l’ultimo questa notte, sulle alture di Molassana, a casa di una ragazza, sola. Nei quartieri collinari della Valbisagno c’è chi non dorme tranquillo. Da tempo. E dopo ripetute richieste di intervento alle forze dell’ordine i cittadini hanno iniziato a organizzarsi da soli. Ieri sera davanti alla chiesa di San Siro di Struppa si sono riuniti in assemblea, guardati negli occhi, sopra le mascherine, decidendo di unire le forze per attuare un piano d’azione dal basso. Erano circa 150 e si sono organizzati attraverso whatsapp.
Ronde dissuasive, per ora. Questo il primo passo che sarà messo in pratica da alcuni volontari. Si tratterà di passeggiare per qualche metro davanti a casa, accendere e spegnere le luci del vialetto. Come dire: “Ci siamo e vi teniamo d’occhio”. Ma c’è anche chi, sul sagrato della chiesa, ha detto che non si farà problemi a prendere in mano un bastone, se ce ne sarà bisogno. Ed è proprio questa la preoccupazione maggiore, che la “legittima difesa” possa portare a ulteriori rischi.
San Siro, Cavassolo, Condotto, San Bazà, San Felice, San Cosimo. Sono strade strette e creuze pedonali dove le persone vivono in villette e palazzine più o meno isolate. Dove una pattuglia arriva con difficoltà e dove è facile scappare e nascondersi. Molti anziani fra i residenti. Ed è anche per questo che, a fasi alterne, queste zone vengono prese di mira dai ladri. Entrano in casa mentre la gente dorme, probabilmente utilizzano gas narcotizzanti sulle persone e sui cani da guardia visto che, in almeno un paio di occasioni, i malviventi sono riusciti a consumare indisturbati piccoli banchetti.
“Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine di fare dei controlli ma ci è stato risposto che non c’è abbastanza personale – racconta un cittadino – ma durante il periodo del lockdown li vedevamo, finalmente, a piedi, girare in questi boschi, magari per sanzionare chi faceva una passeggiata oltre. 200 metri da casa, noi chiediamo di avere la stessa attenzione di una persona che gira senza mascherina”.
Da parte dei cittadini delle alture della Val Bisagno anche la volontà di collaborare con le forze dell’ordine. “Siamo disposti ad acquistare telecamere private a nostre spese – continuano i residenti – e a indicare ai carabinieri e alla polizia quali siano le zone più a rischio, le strade da battere con più attenzione”.
In piazza a San Siro si è vista anche la politica locale. L’ex consigliere municipale di centrodestra Paolo Aimé e il consigliere comunale del Pd Claudio Villa. Qualche giorno fa il presidente del municipio Media Val Bisagno Roberto D’Avolio ha scritto una lettera all’assessore alla Sicurezza Stefano Garassino per chiedere di intercedere con le forze dell’ordine per aumentare il presidio nelle zone più a rischio. Forse già la prossima settimana una nuova riunione in piazza per fare il punto sugli sviluppi. In quel caso potrebbe essere presente anche la giunta comunale.