Genova. Ancora calcinacci caduti, insieme a parti metalliche, sulle case sottostanti il viadotto Bisagno, presso il quartiere delle Gavette, a Staglieno: a denunciarlo nuovamente i residenti, che insorgono: “Tutti sanno ma nessuno fa nulla”.
Gli ultimi casi sono di queste ore: frammenti di calcestruzzo ritrovati in giardini e parcheggi, insieme ad una piastra metallica, che solo per coincidenza non hanno creato danni maggiori che l’inquietudine di vivere sotto un “ponte malato”. Questi episodi si aggiungono alla lunga serie, più volte documentata anche da Genova24, di oggetti caduti dall’infrastruttura, il cui piano stradale corre a circa 70 metri d’altezza: in questi mesi i residenti hanno raccolto di tutto, da pezzi di cemento a grondaie, da bulloni a lame diamantate degli addetti ai lavori.
“Due settimane fa abbiamo notato nuovi rumori, sempre più forti, dai giunti del ponte – ricordano i residenti – abbiamo segnalato la cosa ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposte ufficiali”. Ma il punto principale su tavolo è la convivenza divenuta impossibile tra case e viadotto, soprattutto in vista dei prossimi cantieri che dovrebbero durare almeno 4 anni: “Abbiamo chiesto che ci venga trovata una soluzione alternativa – spiegano – ma ad oggi nessuno ci ha fatto nemmeno una proposta”.
Anche perchè ora vendere casa sarebbe impossibile: “Quando abbiamo comprato questo appartamenti il loro valore di mercato era congruo e in linea alle quotazioni del quartiere, oggi, dopo il 14 agosto e tutti gli episodi di cadute non valgono nemmeno la metà, spostarci per noi è impossibile”.
Il cantiere previsto per sistemare il viadotto, che diventerà anche struttura sperimentale per nuove tecniche di monitoraggio, dovrebbe partire nelle prime settimane di giugno, e i problemi per i residenti saranno immediati: “Saranno occupati almeno 60 parcheggi, e ad oggi non sappiamo dove e come saranno eventualmente recuperati, ci sono delle proposte, ma non delle risposte”. “Un grosso interrogativo per le nostre vite – concludo con amarezza i residenti – perchè non sabbiamo che cosa sarà di noi”.
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