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Turismo, la Liguria pensa a un marchio “Covid Free” per attirare italiani e francesi

Allo studio una certificazione di qualità per le imprese che rispetteranno tutti gli standard di sicurezza

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Genova. Un marchio “Covid Free” per le imprese del turismo che dimostreranno di aver rispettato tutti gli standard di sicurezza. È l’idea alla quale sta lavorando la Regione Liguria insieme alle Camere di commercio e alle associazioni di categoria per recuperare la stagione a partire dal 3 giugno, quando sarà possibile spostarsi in tutta Italia e all’interno dell’area Schengen.

“Stiamo lavorando per dare alle imprese un bollino di certificazione covid-free, che accerti il fatto che sono sicure e che abbiano rispettato fino in fondo tutte le regole. Il prodotto che venderemo con maggiore successo quest’estate sarà soprattutto la sicurezza”, ha commentato il presidente Giovanni Toti intervistato dall’agenzia Italpress. “Non sarebbe certo un’imposizione – aggiunge l’assessore al turismo Gianni Berrino – ma saremmo disponibili a concederlo a chi vorrà ottenerlo come ulteriore garanzia di sicurezza da esporre”.

Il recupero della stagione passerà per forza di cose dal mercato interno (e poi, come ricorda Toti, la maggior parte del turismo ligure è comunque di provenienza italiana) con un occhio di riguardo a quello francese, visto che la parola chiave resterà comunque “prossimità” e la frontiera di Ventimiglia aprirà tra poco. Non solo turismo balneare ma anche outdoor e stagione allungata per compensare il numero chiuso sulle spiagge.

L’ipotesi di un logo ligure “Covid Free”, in realtà, è stata suggerita proprio dalle associazioni di categoria durante le riunioni della task force creata per adattare le norme nazionali alle peculiarità dell’economia ligure. E quello del bollino di certificazione sarebbe uno dei punti della strategia comunicativa e promozionale che la Regione sta vagliando in questi giorni.

“Ci farebbe piacere dare un supporto alle imprese affinché conoscano le linee guida e sappiano quali sono adempimenti per essere in regola, ma è una cosa ancora in divenire – precisa Maurizio Caviglia, segretario della Camera di commercio di Genova -. Per ora è un’idea progettuale, la stiamo costruendo. Però esiste, ci stiamo lavorando, dipenderà da tutti i soggetti coinvolti. Sono convinto che riusciremo a metterla in pratica ma non prima di una settimana”.

“Ancora prima del marchio – spiega Luca Costi, segretario di Confartigianato Liguria – sarebbe utile ad esempio la creazione di una checklist da concordare con tutti gli enti di controllo, in modo che le imprese siano in grado di sapere se stanno rispettando o meno tutte le indicazioni, evitando che incorrano in sanzioni”. Per questo è stata chiesta la creazione di un tavolo di monitoraggio che fornisca anzitutto formazione e assistenza alle aziende perché “la normativa non è facile e chi non la segue, spesso, pecca di ignoranza”, ricorda Costi.

Non è ancora certo come si chiamerà il marchio – “Covid Free” è poco più di una suggestione – ma l’obiettivo è quello di coinvolgere tutta la filiera del turismo in senso ampio, dagli stabilimenti agli hotel, dai ristoranti alle gelaterie, dai negozi di abbigliamento agli artigiani delle località più gettonate, per garantire al turista che in quel luogo si trova al sicuro.

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