Genova. “Il Buonsenso non è altro che una lista civetta di Giovanni Toti. Dietro alla mossa di Alice Salvatore c’è un accordo col centrodestra”. A lanciare l’accusa è Giovanni Lunardon, capogruppo del Partito Democratico in Regione, a poche ore dall’annuncio dell’ormai ex capogruppo del Movimento 5 Stelle che dà l’addio a Beppe Grillo, definito colpevole di “abiura”, e fonda un nuovo movimento per correre in solitaria alle prossime regionali.
Per molti lo strappo equivale a una “vendetta” perché, almeno sulla carta, Alice Salvatore toglierà voti a M5s e centrosinistra uniti (sebbene ancora orfani di un candidato) e favorirà indirettamente lo schieramento di Toti. In realtà, al netto delle preoccupazioni della vigilia e delle analisi dietrologiche, i democratici non sembrano fasciarsi la testa. Il Buonsenso ricorda da lontano le storie politiche di Paolo Putti e Marika Cassimatis, l’uno fuggito e l’altra scaricata dai cinque stelle, con la differenza che a quei tempi l’asse giallorosso non esisteva. Il peso specifico del nuovo movimento, insomma, non sembrerebbe in grado di sconvolgere gli equilibri.
Tuttavia, che l’ennesima frattura tra gli avversari del centrodestra sia un punto a favore della maggioranza uscente è un dato di fatto. Ma che alla base ci sia una strategia concordata è opinione più difficile da sostenere. Lunardon cita a proposito “l’emendamento Vaccarezza” che il consigliere di Cambiamo! aveva presentato – e poi rinviato in commissione perché superato da un provvedimento del Governo – allo scopo di ridurre il numero di firme necessarie a presentare le liste in caso di elezioni a luglio, come vorrebbe Toti. In realtà la nuova creatura di Alice Salvatore diventerà subito un gruppo consiliare (ne farà parte anche il suo fedelissimo Marco De Ferrari) e quindi sarà esclusa dall’obbligo di raccogliere sottoscrizioni. La candidatura è perciò garantita senza bisogno di assist esterni.
“Ieri ero più preoccupato perché la situazione non era chiara. Ora credo che il gruppo degli oltranzisti del Movimento 5 Stelle sia una minoranza – commenta Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Valbisagno ma anche membro della segreteria regionale del Pd guidata da Simone Farello – e dobbiamo tenere conto che, quando ci sarà un candidato, lo scontro tenderà a polarizzarsi. Penso che la vicenda Salvatore sia più simile a quella di Cassimatis che a quella di Putti. I suoi voti potrebbero non bastarle per esprimere un seggio in consiglio”.
Il Buonsenso “di buonsenso non ha nulla visto che di fatto aumenta le possibilità di vedere Toti riconfermato alla guida della Regione”, ribadisce però Juri Michelucci, capogruppo di Italia Viva in Regione. “Dopo 5 anni di battaglie dell’opposizione per esempio sui 5 anni di mala gestione sulla sanità, sulla cementificazione della Palmaria e sulla realizzazione del biodigestore di Saliceti, oggi una parte di quell’opposizione vuol favorire l’elezione di Toti? Che cosa ne penseranno i comitati di questa scelta? Come può la scelta di favorire la rielezione di Toti consistere con la difesa della Palmaria e del territorio dove Toti vuol costruire il biodigestore?”.
Nel frattempo oggi (14 maggio) il tavolo del Campo Progressista incontrerà la delegazione trattante del Movimento 5 Stelle. Negli ambienti democratici si ribadisce che la settimana prossima sarà quella decisiva per il candidato. Tutti gli scenari sembrano essere ancora aperti, compresi quelli che portano a nomi non ancora sdoganati dagli organi d’informazione. Anche perché la parola fine potrebbe essere pronunciata a Roma piuttosto che a Genova.
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