La nota

La Regione: “I volontari di protezione civile non possono fare controlli sugli assembramenti”

Ma l'assessore chiarisce: potranno comunque svolgere attività di informazione e monitoraggio sulle spiagge

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Genova. I volontari di protezione civile non potranno assumere “compiti di controllo riguardo a disposizioni normative quali per esempio il distanziamento sociale“. Lo chiarisce una nota inviata oggi dalla protezione civile della Regione Liguria ai sindaci e ai referenti locali richiamando il documento emesso il 20 marzo 2020 dal capo del dipartimento nazionale Angelo Borrelli.

I volontari, precisa ulteriormente il documento, “possono svolgere esclusivamente attività di natura organizzativa e di assistenza alla popolazione, senza tuttavia mai interferire con l’approntamento e l’attuazione dei servizi che attengono alle competenze della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica“.

Significa che i Comuni non potranno usare i volontari per presidiare gli accessi alle spiagge? L’assessore regionale Giacomo Giampedrone puntualizza che non è così: “Questa nota non c’entra nulla – spiega – e non esclude che i sindaci possano avvalersi della protezione civile per dare informazioni alla cittadinanza o per contare gli accessi alle aree pubbliche. In caso di assembramenti potranno segnalarli alle forze dell’ordine, ma non intervenire direttamente”. Lo stesso discorso varrebbe per la movida in centro storico, che lo scorso weekend ha visto impegnati i volontari al fianco della polizia locale.

Un chiarimento che si è reso necessario soprattutto per evitare fraintendimenti rispetto al ruolo degli assistenti civici che il Governo vuole reclutare per vigilare sulla movida e sui litorali. Anche queste figure, tuttavia, che non saranno integrate alla protezione civile, non avranno funzioni di polizia, secondo quanto emerso ieri da un incontro al Viminale, e il perimetro dei loro compiti è ancora tutto da determinare.

Il documento della Regione ricorda anche che “i volontari che superano nell’arco dell’anno 535 ore, ovvero 65 giorni di attività, anche non continuativa e anche per l’impiego in diverse situazioni emergenziali, possono essere soggetti a sorveglianza sanitaria che prevede protocolli sanitari più articolati rispetto alla certificazione sanitaria, necessario requisito per l’operatività nel volontariato”. Ed è per questo che il Comune di Genova sta lavorando per offrire una copertura assicurativa e un rimborso spese a coloro che saranno impegnati nel monitoraggio estivo.

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