Pericolosa?

La pista ciclabile avanza oltre corso Italia, ipotesi zona 30 km/h e delineatori per evitare incidenti

Completato il tracciato sulla parte sud di corso Marconi, domani incontro Bucci-Vesco in Municipio per sciogliere i nodi della sicurezza

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Genova. Procedono, anche se a ritmo assai modesto, i lavori della nuova pista ciclabile che ha spaccato in due l’opinione pubblica a Genova. Oggi gli operai di Aster hanno completato il tracciato in corso Marconi sulla carreggiata lato mare, poi il meteo ancora tendente al piovoso ha interrotto di nuovo le operazioni. Nel frattempo il Comune studia le soluzioni per migliorare la sicurezza ed evitare che la corsia “d’emergenza” si trasformi in una fabbrica di incidenti stradali come è successo ieri (anche se i ciclisti non c’entravano nulla, a onor del vero).

Secondo noi il limite di velocità dovrebbe essere portato a 30 km/h, a maggior ragione se corso Italia viene intesa come percorso turistico e non come arteria ad alto traffico”, spiega Edoardo Marangoni, consigliere del Partito Democratico in Municipio Medio Levante. L’idea di istituire una zona 30 piace ovviamente alla Fiab che ha proposto la rete ciclabile insieme a Confprofessioni: “Non guasta, anzi lo abbiamo richiesto – conferma il presidente genovese Romolo Solari – e va nella logica di una promenade come dovrebbe essere e non di una strada di scorrimento. Lo scorrimento c’è poco sopra in via Righetti”. Per ridurre effettivamente la velocità servirebbero dissuasori sulla carreggiata, ma in passato si era già opposta Amt perché verrebbero danneggiate le sospensioni degli autobus.

Ma quello dei veicoli che sfrecciano accanto alle bici è solo uno dei problemi riscontrati. Per evitare che gli scooter invadano la pista, com’è accaduto ieri pomeriggio, una soluzione percorribile senza affrontare grosse spese sarebbe quella dei delineatori da cantiere: non un vero e proprio cordolo ma comunque una “separazione fisica” abbastanza visibile che funzioni almeno da deterrente. A Milano alcune ciclabili d’emergenza comparse all’inizio della fase 2 sono state allestite in questo modo.

Resta il fatto che i delineatori dovrebbero comunque interrompersi in corrispondenza delle fermate, dove i bus sono costretti a tagliare la pista per accostare (con grande preoccupazione per gli autisti e quindi per i sindacati di Amt). Altra criticità emersa è quella dei runner che usano la fascia di rispetto tra i parcheggi e la pista per correre, col risultato che le auto che accostano rischiano di investirli. Una questione parallela è quella delle famiglie con bambini che frequentano corso Italia soprattutto nel weekend: i più piccoli, se vanno in bici, dovrebbero usare la pista e non il marciapiede, ma i genitori non potrebbero accompagnarli se non dalla passeggiata.

Domani avrebbe dovuto tenersi una commissione municipale con Matteo Campora, ma l’assessore comunale alla mobilità ha disdetto l’appuntamento per sopraggiunti impegni e lo ha rinviato al 27 maggio, quando tuttavia la prima parte dell’itinerario ciclabile voluto da Bucci – almeno in teoria – sarà completato.

Si incontreranno invece domani il sindaco e il presidente del Municipio Francesco Vesco, quest’ultimo finito sotto il fuoco amico di Forza Italia, che negli anni scorsi aveva sempre votato fermamente contro l’ipotesi di cancellare una corsia di corso Italia per farci passare le bici. Il partito di maggioranza in zona Albaro e dintorni non ha proprio gradito di essere scavalcato da Tursi e non lo ha affatto nascosto. Sparita, invece, l’interrogazione del capogruppo di Fdi in sala rossa Alberto Campanella che chiedeva di spostare la pista al posto delle aiuole, progetto che il Comune aveva già preso in considerazione per la realizzazione del biciplan.

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