Genova. “Abbiamo appreso con soddisfazione presidente che oggi la Giunta della Regione Liguria ha fatto propria la nostra richiesta al presidente della Regione Toti e all’assessore Benveduti di sospensione delle autorizzazioni relative a domande per grandi strutture di vendita prevedendo un fermo fino al 31 dicembre 2020, come ha comunicato l’assessore allo sviluppo economico Benveduti. Auspichiamo si trasformi presto in legge regionale”. Lo ha detto il presidente di Ascom Genova Paolo Odone.
“Si tratta di un ulteriore segnale importante di attenzione da parte della Regione Liguria ai problemi delle imprese esistenti sul territorio che, dopo una crisi dei consumi che aveva già creato enormi difficoltà nel proseguire l’attività, hanno dovuto affrontare il terribile problema del Covid 19 che le ha definitivamente messe in ginocchio , con ancor meno speranze per il futuro delle loro imprese e dei loro dipendenti”.
“Abbiamo ritenuto necessario chiedere alla Regione di fermare le autorizzazioni di nuove grandi strutture di vendita, soprattutto per dar modo alle nostre imprese di avere più coraggio e per avere il tempo di verificare che cosa accadrà al tessuto economico esistente. Gli imprenditori ce la stanno mettendo tutta, anche se spesso sono frenati da una burocrazia inaccettabile e sono certo – prosegue Odone – che non lasceranno nulla di intentato per andare avanti”.
Gli fa eco Oscar Cattaneo di Feseo Ascom Confcommercio: “Accogliamo con soddisfazione la delibera adottata dalla Regione che ha accolto la pressante richiesta che Ascom Confcommercio, la più rappresentativa associazione delle imprese del dettaglio tradizionale, ha avanzato a nome e per conto anche degli operatori dei mercati rionali coperti di Genova”.
“La sospensiva viene anche interpretata come un momento per ripensare al modello di città che vogliamo per il futuro. La cosiddetta città dei 15 minuti. Dove a distanza pedonale di 15 minuti il cittadino possa trovare tutti i servizi essenziali alla vita quotidiana. Il mercato e il negozio di vicinato per gli acquisti alimentari, la farmacia, il ferramenta, la moda, la somministrazione. Tutte attività a rischio chiusura a causa dell’insediamento delle grandi strutture di vendita dove si va solo mediante l’uso dell’auto privata” conclude Cattaneo.