Genova. Mascherine chirurgiche “inefficaci e pericolose” consegnate al personale degli ospedali Villa Scassi e San Martino di Genova. La denuncia arriva dai delegati del sindacato Fials, una sigla autonoma dei sanitari, con tanto di documentazione fotografica fornita dai lavoratori stessi, che quel materiale l’hanno usato mentre erano a contatto coi pazienti.
“Si tratta di prodotti che per le loro caratteristiche risultano non conformi all’uso e inefficaci e pericolosi in relazione alla loro funzione protettiva”, scrive in una nota il sindacato. Le confezioni riportano chiaramente la scritta e le avvertenze “prodotto non adatto all’uso professionale ospedaliero”, “prodotto non sterile”, “non utilizzare in ambito medico”. Indicazioni che evidentemente sono state disattese.
Il materiale è stato prontamente ritirato in entrambi gli ospedali, come riporta la stessa Fials e come confermano i gestori delle strutture sanitarie. “Siamo venuti a conoscenza mediante segnalazione di due coordinatori infermieristici presso l’ospedale Villa Scassi della consegna di mascherine chirurgiche ritenute non idonee e quindi immediatamente ritirate dagli stessi reparti – spiega l’Asl 3 -. Sono in corso verifiche interne al fine di determinare la tracciabilità del prodotto e conseguentemente adottare le iniziative più opportune”.
“Ma il problema per noi non è tanto il doveroso ritiro – ribatte la Fials – ma quanto piuttosto sapere come è stato possibile che questo materiale giungesse nei reparti, mettendo a repentaglio la vita degli operatori. Chiediamo di sapere chi lo ha acquistato, chi lo ha pagato, chi lo ha controllato, o meglio non lo ha controllato, quale è la procedura di controllo e chi doveva controllare. Si tratta di una partita proveniente dalla protezione civile oppure di acquisti diretti della direzione aziendale oppure di donazioni?
Dall’ospedale San Martino il direttore amministrativo Salvatore Giuffrida risponde e fa sapere che “il materiale proviene dalla protezione civile nazionale e ha le necessarie certificazioni Inail“. Ma allora perché è stato ritirato? “Perché, malgrado le notizie sulle certificazioni false, noi tramite il responsabile della prevenzione controlliamo la qualità e se non con abbiamo assoluta carenza non le distribuiamo. Sono comunque poche mascherine in questa situazione, l’indicazione è di utilizzarli in aggiunta ai dpi”.
“Abbiamo segnalato altri prodotti tra cui mascherine FFP2 troppo grandi, confezioni prive di adeguate istruzioni, camici senza maniche e/o con copri braccia da aggiungere separatamente e altre facezie simile come le mascherine con i lacci che si rompono al tatto, i grembiuli da salumiere eccetera. Naturalmente i casi citati riguardano una quota minoritaria di dpi. Ma questo non significa che il problema non sussista e, soprattutto, che non abbia prodotto conseguenze anche gravi“, prosegue il sindacato.
“Occorre che venga disposto un controllo accurato in tutti i magazzini e lungo la catena delle forniture. Di certo qualcuno ha omesso i controlli giocando con la vita dei lavoratori. Non sappiamo dire se per incompetenza, imprevidenza, per dolo o colpa grave. Ma riteniamo che non dovrebbe essere difficile risalire la catena di comando fino ad accertarne le responsabilità. Vi riteniamo responsabili, direzione e Regione, per le conseguenze che queste gravissime carenze hanno provocato e potranno provocare ai lavoratori e all’utenza”, conclude la nota della Fials.
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