Genova. Un raddoppio della corsia ciclabile in via XX Settembre, sul lato a scendere, e una doppia corsia in viale Brigate Partigiane e corso Italia, da connettere attraverso via Gestro e piazza Rossetti evitando la rotonda della Foce.
Questa sarà la prima rete ciclabile d’emergenza che il Comune di Genova ha intenzione di realizzare, tra piazza De Ferrari e Boccadasse. Dopodiché si procederà con un’altra pista “pop up”, tra De Ferrari e la Fiumara e successivamente con un collegamento tra Brignole e Staglieno.
“Stiamo parlando di piste ciclabili d’emergenza, a costo quasi zero – ha spiegato l’assessore alla Mobilità del Comune di Genova, Matteo Campora – inizieremo con le tracciature venerdì, se il meteo sarà favorevole, per avere il primo tragitto pronto già la settimana successiva”. Alla conferenza stampa anche Enrico Musso, coordinatore della Mobilità Urbana Sostenibile e responsabile del neonato ufficio Smart Mobility.

I primi tre lotti della rete ciclabile copriranno circa 30 chilometri sui 130 proposti dalle associazioni Fiab e Confprofessioni, che hanno collaborato con l’amministrazione in questa partita. “L’obbiettivo è di coprire tutta la città – continua Campora – intanto includendo anche la litoranea tra ponente e levante, la Valpolcevera e la media Val Bisagno, per cui abbiamo approvato e metteremo a gara il progetto di una pista ciclabile vera e propria tra Struppa e ponte Fleming”.
Il percorso tra De Ferrari e la Fiumara. Definito anche il percorso della seconda tratta di rete ciclabile, tra De Ferrari e la Fiumara, per cui bisognerà aspettare almeno un paio di settimane.
Dalla fontana si percorrerà la zona pedonale di San Lorenzo, del Porto Antico e della Darsena, fino a via Rubattino e via Adua dove la rete d’emergenza si sovrappone alla pista ciclabile a doppio senso di via Buozzi, poi – andando in direzione ponente – si procederà su via Di Francia, via Dottesio e piazza Veneto, mentre in direzione centro sarà probabilmente creata una zona 30 in via Sampierdarena dove ci sarà convivenza di auto e bici o monopattini, mezzi standard o elettrici.

Tra le altre indicazioni arrivate dalla presentazione del piano di mobilità dolce, quella della creazione di aree bike-friendly ad alcuni semafori, ovvero aree definiti dalla segnaletica orizzontale dove le bici potranno attendere lo scattare del semaforo verde qualche metro avanzate rispetto alle auto. “L’altro aspetto è che finora non abbiamo tagliato un solo parcheggio per realizzare le nuove piste”, assicura Campora.
Il Comune sta anche pensando di installare alcune rastrelliere come cicloparcheggi in snodi cruciali e di ragionare con i gestori di parcheggi coperti per creare stalli sicuri dove lasciare le bici anche per tutto il giorno.
“Le reti ciclabili d’emergenza – spiega Musso – sono parte di una serie di 40 misure definite “progetto smart move” distillate dal Pums ma utili a migliorare la situazione della mobilità in questa fase dell’emergenza pandemica”. Tra i propositi dell’amministrazione comunale anche quello di dare in gestione ad Amt, e non più a Genova Parcheggi, il sistema di bike sharing e di coinvolgere aziende private in servizi di sharing di monopattini elettrici.
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