Genova. La riconoscenza dei genovesi nei confronti di Niccolò Paganini, ritenuto da alcuni il più grande violinista di tutti i tempi, va quantomeno a singhiozzo. Nel 1973 la sua casa viene abbattuta, e otto anni dopo gli abitanti del centro storico erigono in Sarzano una “colonna infame” a imperitura memoria dello scempio. Martedì scorso il consiglio comunale approva una mozione per dedicare a lui il nuovo viadotto sul Polcevera, e il giorno dopo quella colonna finisce dietro le transenne, quasi nascosta da una baracca da cantiere impreziosita da un bagno chimico.
La questione è saltata subito all’occhio degli abitanti e segnalata al Comune. Ma a quanto pare le ragioni del decoro non sono state sufficienti a trovare un’altra collocazione. Nella stessa piazzetta, a ridosso del muretto che delimita vico Tre Re Magi, è presente da mesi un deposito di materiale di risulta – in lingua locale si chiamerebbe zetto – frutto dei lavori su un nuovo immobile di Arte in vico del Dragone.

Il nuovo gabbiotto, il bagno da cantiere e le transenne che delimitano il tutto sono comparse invece ieri, e sono da ricondurre ad altri lavori privati nella stessa zona. Da quanto risulta lo scenario dovrebbe rimanere immutato per circa un mese, la durata necessaria a ultimare gli interventi.
Così ora, mentre la città dibatte se sia giusto o meno consegnare la memoria di Paganini a quel nuovo ponte così significativo, l’unico monumento che lo celebra è di fatto inaccessibile. Inglobato in un’area di servizio come qualunque arredo urbano. Certo, nessuno ha mai visto la coda davanti a quella lapide e comunque ci sono problemi più importanti da risolvere. Rimane però una goccia di amarezza: al grande musicista genovese non resta altro che una chance nella toponomastica per non finire dimenticato dai suoi concittadini.
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