La fase 2 partirà, forse è già partita, anche nella nostra Regione, che però fa parte, insieme a Piemonte e provincia autonoma di Bolzano, dei territori ancora “caldi” dal punto di vista di mortalità e numero di nuovi contagi. Abbiamo allora preoccupazioni e domande che vogliamo esprimere, ed alle quali gradiremmo risposte da parte del presidente Toti che pure, non molte settimane fa, è stato duro e offensivo, verso chi, secondo lui, non rispettava il #restoacasa.
1. Cosa è cambiato da marzo ad oggi? Quando la regione è stata chiusa (9 marzo) contavamo 109 casi totali e 7 deceduti, il bollettivo del 2 maggio riportava 8312 casi e 1195 morti, perché allora si apre?
2. Quali piani sono stati messi in campo per contrastare l’espandersi dell’epidemia? Tamponi a tutta la popolazione ligure? Isolamento dei positivi in apposite strutture? Sorveglianza attiva per chi manifesta sintomi?
3. Come è stata potenziata la medicina territoriale? Come sarà organizzata la sorveglianza attiva? Sono disponibili i reagenti e i laboratori necessari ad analizzare i tamponi? Ci sono scorte sufficienti di DPI adeguati e farmaci utili, come il Remdesivir?
4. Come sarà l’organizzazione ospedaliera? Il personale sanitario è stato aumentato, formato, fornito dei necessari presidi di protezione?
5. Quali controlli saranno fatti sul rispetto delle prescrizioni nelle aziende e attività economiche? Chi e come verranno svolti? Come saranno evitati assembramenti?
Avremmo molte altre domande, su trasporti pubblici, strutture ricettive, stabilimenti balneari ecc… ma ci fermiamo qua. Certo però non vorremmo mai ripiombare nell’incubo delle ambulanze in fila davanti ai pronto soccorso, dei malati chiusi in casa privi di assistenza, delle RSA come luoghi di morte. Restiamo in fiduciosa attesa di risposte rapide e puntuali.
Donne della Valpolcevera