Genova. Affidare le spiagge libere a cooperative per garantire la sicurezza e il distanziamento sociale, quindi far pagare ai bagnanti un ticket d’ingresso per accedere. È una delle ipotesi sulle quali stanno ragionando i Comuni e la Regione in vista della ripartenza della stagione balneare che dovrà avvenire nel rispetto delle regole anti contagio nella fase 2 dell’emergenza coronavirus.
“Tutto è possibile, al vaglio ci sono tante ipotesi – spiega l’assessore al demanio Marco Scajola dopo il primo tavolo sul tema organizzato da Anci Liguria coi sindaci delle località marittime -. Dobbiamo partire dal presupposto che sarà un’estate diversa, in primis per i cittadini. Stiamo cercando di mettere in campo le idee migliori. Qualcuna potrà piacere di più, qualcuna di meno, ma garantire la sicurezza sarà sempre la priorità”.
L’ipotesi è stata caldeggiata anche dal governatore ligure Giovanni Toti intervistato da Radio Capital, dove ha spiegato che si stanno valutando tre strade: “la presenza di steward, l’affidamento a cooperative di giovani garantendo la fruizione a un costo di 50 centesimi per contribuire alle spese di controllo, alcuni Comuni potrebbe decidere di lasciarle totalmente pubbliche e controllarle con i vigili urbani”.
E un’idea particolarmente cara alla giunta e ad alcuni comuni sarebbe proprio quella di istituire un vero e proprio servizio d’ordine con personale di sorveglianza che garantisca il rispetto delle distanze anche al di fuori degli stabilimenti balneari. Lo stesso presidente Toti aveva accarezzato l’idea degli steward in riva al mare. Scajola non smentisce che la possibilità sia stata presa in considerazione: “Ci sono comuni che si stanno attrezzando per fare gare e individuare cooperative per regolare l’accessibilità alle spiagge. L’ultima parola la avranno i comuni, noi ci sentiamo responsabilizzati per dare una mano ai territori”.
L’eventualità di pagare o meno l’ingresso dipenderà anche dalle risorse che i sindaci avranno a disposizione. “In conferenza delle Regioni – continua Scajola – abbiamo approvato all’unanimità un documento in cui abbiamo espresso la nostra preoccupazione. Non vogliamo uno scaricabarile sui territori. Devono essere previsti fondi da destinare ai comuni per interventi straordinari legati alla gestione delle spiagge libere. Bisogna trovare soluzioni che portino ad avere un’estate il più possibile tranquilla”.
Le regole, del resto, potranno essere diverse non solo da regione a regione (è proprio ciò che Toti ha ottenuto dal Governo dopo un pressing costante) ma anche da comune a comune. “Anche la Liguria ha tipicità diverse sulle spiagge. In questo momento le ipotesi vanno tutte bene e tutte male, con Anci stiamo preparando una serie di linee guida, un ventaglio di possibilità, poi ognuno deciderà in base alle proprie caratteristiche”, aggiunge l’assessore.
In Liguria tiene banco anche l’idea di introdurre il braccialetto anti contagio sviluppato da Iit, un dispositivo che vibra quando viene superata la distanza di un metro da altre persone che lo indossano. “Me ne parleranno mercoledì”, ha detto oggi Toti nel corso di diverse trasmissioni televisive. E non è detto che un’idea debba escludere l’altra.
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