Agitazione

Fase 2 e trasporto pubblico, la Cgil: “Regione in campagna elettorale permanente, lavoratori a rischio”

"Si rischia che alcune aziende provino a fare cassa sugli ammortizzatori sociali". La replica di Berrino: "Attacco incomprensibile"

Generica

Genova. “Anche sul trasporto pubblico locale la campagna elettorale permanente rischia di farla da padrone, mettendo in secondo piano ruoli e competenze. Dalla Regione solo strumentalizzazioni“. È l’accusa al governatore Toti lanciata da Laura Andrei e Federico Vesigna, segretari generali liguri della Filt e della Cgil, alla vigilia della partenza ufficiale della fase 2.

“In attesa dell’emanazione del decreto contenente gli aiuti alle imprese e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali – scrivono i sindacalisti – la Regione Liguria scarica la responsabilità della gestione del trasporto pubblico locale dal 4 maggio sul Governo, denunciando il caos delle norme e la scarsità di risorse, in decisa contraddizione rispetto alle continue richieste di spazi di maggiore autonomia, che si sono recentemente sostanziati anche nelle ordinanze che anticipano i provvedimenti governativi”.

Il rischio è “che alcune aziende, in assenza di una posizione chiara dell’amministrazione, provino a fare cassa sugli ammortizzatori sociali, nel momento in cui noi riteniamo sia invece necessario che tutti gli addetti siano impegnati attivamente, con le dovute protezioni previste dal protocollo del 24 aprile, e le tutele necessarie per i lavoratori fragili, in una ripresa sicura e responsabile”, attacca la Cgil.

“La Cgil dovrebbe sapere molto bene quanto Regione Liguria stia lavorando e lottando, assieme a tutte le altre regioni, da nord a sud, senza distinzione di colore politico, perché il Governo garantisca le risorse necessarie non solo a garantire la continuità del servizio del trasporto pubblico locale, ma anche i fondi indispensabili per evitare disastrosi fallimenti”, replica l’assessore ai trasporti Gianni Berrino.

“È più di un mese e mezzo – aggiunge Berrino – che siamo in attesa del maxi fondo che servirà a coprire le differenze di bilancio create dai mancati introiti dovuti al lockdown, e nulla è stato fatto. Oltre a questo, tutte le regioni sono in attesa di un ulteriore fondo, a questo punto necessario per far sopravvivere le aziende a questo momento di crisi senza precedenti. Dalla Cgil un attacco incomprensibile. Mi chiedo sinceramente cosa potesse fare oltre Regione Liguria e cosa abbia a che fare il Tpl con la richiesta di maggiore autonomia, che riguarda evidentemente altri ambiti di azione”.

“In ogni caso, Regione Liguria non ha in nessun modo neppure ventilato una deroga rispetto alle disposizioni emanate dal Governo sulle distanze minime di sicurezza –  precisa Berrino – Da domani il trasporto pubblico, da Sarzana a Ventimiglia, si adeguerà alle distanze che il Governo hanno indicato, in attesa che arrivino regole univoche e fondi per permettere ai liguri e a tutti gli italiani di poter utilizzare i mezzi pubblici in totale sicurezza”.

 “Sul trasporto pubblico il Governo non ha ancora fatto nulla, ma la CGIL Ligure riesce a difenderlo lo stesso. Nulla importa dei lavoratori, basta dare la colpa a questa Giunta. Quando un sindacato fa fino in fondo il suo dovere”, ha aggiunto il presidente Giovanni Toti.

Nei giorni scorsi i sindacati hanno incontrato le aziende e la Regione, in alcuni casi sottoscrivendo anche protocolli per la gestione della cosiddetta fase 2, chiedendo in particolare alle Prefetture quali saranno le misure messe in campo per attuare i controlli e le sanzioni, di loro competenza. Il Dpcm del 26 aprile ribadisce la necessità del distanziamento personale di un metro tra viaggiatori, sia sui mezzi che alle fermate, e l’obbligo di mascherine, anche di stoffa, a bordo. Il Governo lascia alle aziende l’onere di mettere in pratica le norme, oltre a individuare la responsabilità individuale come elemento fondamentale per il loro rispetto

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