Genova. Riprenderà giovedì mattina la protesta dei lavoratori dell’ex Ilva di Genova. Lo ha deciso l’rsu in una riunione che si è tenuta questo pomeriggio, seguita all’assemblea di questa mattina davanti al cancello dello stabilimento.
Lo sciopero partirà alle 8 e riguarderà a singhiozzo diversi reparti produttivi ritenuti cruciali, per la durata di un’ora ciascuno. Contemporaneamente i lavoratori si ritroveranno all’ingresso dello stabilimento sul lato aeroporto, unico varco di accesso dei mezzi in entrata e in uscita dalla fabbrica per proseguire la protesta che molto probabilmente consisterà proprio nel blocco delle merci in uscita dallo stabilimento Arcelor Mittal.

Intanto domani la società di mutuo soccorso Guido Rossa, che riunisce molti lavoratori ex Ilva, si riunirà per costituire un fondo di solidarietà da destinare ai lavoratori che si trovano in cassa integrazione e hanno un reddito sotto una certa soglie: Per costituire il fondo verranno utilizzati anzitutto i 35 mila euro che ogni anno la sms destina alle colonie estive dei figli dei dipendenti, parallelamente sarà aperta una sottoscrizione volontaria.
Sempre questa mattina il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro ha consegnato al procuratore Francesco Cozzi e al procuratore aggiunto Francesco Pinto l’esposto sull’utilizzo illegittimo della cassa-Covid da parte di Arcelor Mittal. “La procura ha ascoltato con interesse le ragioni dell’esposto. Saranno loro a fare le valutazioni ma per noi un’azienda che per ben due volte chiede alla Prefettura di ripartire anche in deroga ai codici Ateco, perché le linee di produzione non riguardavano solo la latta per l’alimentare, e dopo due settimane riapre una nuova cassa, sta utilizzando in modo improprio soldi pubblici”.
Per la Fiom l’obiettivo di Mittal è “risparmiare perché la cassa Covid consente all’azienda di spendere meno rispetto a una cassa ordinaria e di non incappare in eventuali verifica da parte dell’Inps come avviene nelle richieste di cassa ordinaria”.
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