Genova. Non sembrano vuote perché sui balconi dei giganteschi palazzi rosso e bianco sono rimaste piante, antenne paraboliche, tendaggi e arredi. I cantieri sono aperti tecnicamente dal 6 aprile scorso, ma con la firma del contratto di affidamento dei lavori e la presentazione del progetto esecutivo, questa mattina si sono aperti ufficialmente i cantieri per la demolizione della Diga di Begato, in Valpolcevera, a Genova. In questi giorni si sono concluse, dopo circa nove mesi, le operazioni di trasferimento delle 374 famiglie e dei circa 650 inquilini, molti dei quali anziani. La demolizione vera e propria, quella con le gru e le pinze meccaniche, non inizierà che dopo l’estate.
“Questa è una giornata fausta da segnare con la pietra bianca sul calendario come facevano gli antichi romani, avviamo un’operazione con numerosi significati, intanto quello di abbattere un luogo simbolo della pessima edilizia di fine anni Settanta e dei primi anni Ottanta, il secondo è di trasformare questo simbolo di degrado in qualcosa di più coerente con quello che questa città vuole diventare” ha afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
L’intervento chiamato Restart Begato vede protagonisti Comune di Genova, Arte Genova e Regione Liguria. “Stiamo facendo un qualcosa che entrerà nella storia di Genova – ha detto il sindaco Marco Bucci – una cosa di cui si discuteva da oltre 30 anni, questo è un cambio di rotta nell’ambito dell’edilizia sociale, vedremo se potremo farlo in altri quartieri per smantellare quella che è stata per troppo tempo una ghettizzazione”. La gara per la demolizione bandita da Arte e finanziata dal Comune è stata vinta da un consorzio di imprese siciliane, la Fratelli Caschetto e Patriarca Group.
“Dopo alcune attività propedeutiche – spiega l’amministratore unico di Arte Genova Girolamo Cotena – a giugno inizieremo a spogliare la diga bianca e rossa all’esterno e all’interno, mentre la demolizione vera e propria inizierà a settembre, complessivamente i cantieri dureranno 18 mesi”. Da cronoprogramma tutta la fase 2 sarà completata entro dicembre 2021. Gli edifici di edilizia popolare, costruiti negli anni Ottanta per soddisfare esigenze di emergenza abitativa, saranno svuotati di impianti e infissi prima di essere smontati meccanicamente. Anche se non è stata riscontrata la presenza di amianto, infatti, si è deciso di non procedere con l’esplosivo.
Dopo la demolizione si partirà con la terza e ultima fase del progetto Restart Begato, ovvero la realizzazione di alcune palazzine ad alta efficienza energetica per un totale di circa 50 appartamenti. La gara per lo sviluppo di quello che sarà un modulo abitativo chiamato CasArte è stata assegnata a una ati, la XLam Dolomiti, con sede in provincia di Trento.