Genova. La richiesta arriva da Bruno Vitali, coordinatore ligure di Democrazia solidale, il partito politico italiano di Paolo Ciani: uno stanziamento straordinario, una tantum e con risorse proprie, da parte della Regione Liguria, per sostenere il pagamento degli affitti su alloggi di proprietà, sia privata sia pubblica, per tre mensilità dell’anno 2020 alle famiglie più in difficoltà.
L’appello è stato inviato al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, all’assessore all’Urbanistica Marco Scajola e ai presidenti dei gruppi consiliari regionali.
Si chiedono 3,5 milioni, per consentire di ridurre il peso del canone di affitto del 50% per tre mensilità.
“Lo stato d’emergenza e il confinamento imposto da molte settimane stanno determinando grave disagio e difficoltà economiche per molte famiglie che vivono in affitto – si legge in una nota – diverse regioni italiane, già nel mese scorso, hanno approvato delibere che hanno previsto un contributo una tantum per il sostegno al pagamento dell’affitto”.
Demos cita Regione Piemonte (3,6 milioni di euro per ottomila famiglie per abbattere, con soglie, l’incidenza del canone al 28% del reddito complessivo), Regione Lazio (22 milioni di euro con un contributo del 40% del costo di tre mensilità nell’anno in corso), Regione Toscana (8 milioni di euro con un contributo
massimo mensile di 300 euro per tre mensilità), Regione Campania (6,5 milioni di euro con un contributo massimo mensile di 250 euro sempre per tre mensilità) e Regione Sicilia (7,5 milioni di euro per 5 mila famiglie con un aiuto economico che varierà da 1.200 a 1.800 euro).
Le famiglie in affitto in Liguria sono 92 mila. Di queste si ritiene, secondo i calcoli dei sindacati inquilini regionali, che circa il 40% vivano in una condizione di disagio economico permanente, accentuato in questa fase da una ulteriore riduzione di reddito.
“Ciò fa ritenere che i poveri assoluti, quindi non in grado di provvedere in maniera sufficiente ai loro bisogni primari, in Liguria siano oltre 120 mila cioè l’8% della popolazione complessiva di fronte a un dato nazionale del 6,9%”.
Una condizione sociale che Demos ritiene altamente rischiosa, “insostenibile e gravida di conseguenze negative per la convivenza civile, considerando che i Comuni e i servizi sociali in Liguria non sarebbero in grado di fronteggiare una ulteriore e surriscaldata pressione sociale.
Alla luce di questo contesto regionale pensiamo che sia doveroso, da parte della giunta regionale ligure, dare un segnale in questo senso in accordo con tutte le amministrazioni comunali liguri, secondo le segnalazioni che da queste già da tempo vengono evidenziate”.